Parla l’angiologo che ha fatto molto discutere fuori e dentro comunità scientifica "Ai malati dico: non abbandonate i farmaci e state attenti alle speculazioni"
GOTEBORG – La lunga seduta plenaria che il congresso europeo sulla sclerosi multipla ha dedicato alla nuova teoria sulla causa venosa della malattia si è appena conclusa. Tremila neurologi di tutto il mondo hanno ascoltato l’intervento di Paolo Zamboni. Poi i risultati delle 18 ricerche ispirate dalla sua teoria. Molte non la confermano, alcune sì.
Soddisfatto?
"Sì, ho visto molto interesse da parte dei colleghi e se il lavoro di ricerca continuerà con questa intensità penso che in pochi anni ci saranno i dati sufficienti a trarre conclusioni".
Lei ha trovato restringimenti nelle vene che portano via il sangue dal cervello in tutti i malati e in nessuno dei soggetti sani. In altri lavori presentati, invece, questa anomalia venosa (CCSVI) viene riscontrata solo in una parte dei malati. E anche nei sani. Come lo spiega?
"Gli altri hanno usato metodi doppler per diagnosticare la CCSVI diversi dal mio. Precisato questo, anche io, allo stato attuale delle conoscenze, non me la sento di affermare che la CCSVI sia l’unica causa della sclerosi multipla. Per ora si può affermare che si associa alla sclerosi multipla. Gli studi avviati chiariranno in quale percentuale. Ma a molti malati la questione appare secondaria".
E quali ricerche darebbero risposte concrete ai malati?
"Il confronto tra chi è stato operato e chi no. La Regione Emilia è il principale promotore di questa ricerca che prenderà il via a metà novembre. I tempi sono quelli strettamente necessari a realizzare un’indagine così complessa. Dopo un anno di controlli periodici verificheremo se quelli operati stanno meglio di quelli curati solo con i farmaci".
Ma molti malati italiani vogliono che l’angioplastica sia praticata a tutti a spese dello Stato.
"Li capisco quando chiedono la liberalizzazione dell’intervento. Ma capisco anche il politico che vuole aspettare la verifica sperimentale. L’angioplastica è comunque un intervento chirurgico. Inoltre, quello che stiamo cercando di dimostrare è che la CCSVI è uno dei fattori che può scatenare la sclerosi multipla, non la causa. Infine, deve essere chiaro che le disabilità acquisite non guariranno mai, i danni che la malattia ha procurato al sistema nervoso purtroppo non regrediscono. Ai malati dico: non abbandonate i farmaci e non operatevi al di fuori di programmi di ricerca rigorosi e controllati. So che in Italia e all’estero si fa l’angioplastica a chiunque, con parcelle che arrivano anche a 50 mila euro. Ma non ci si fa pagare per una cura che non ha concluso il suo iter sperimentale. Quanto a me, il più grande desiderio è vedere verificata la teoria in cui credo. Per questo chiedo tanta ricerca".