Rutelli: l’eutanasia non c’è

Bioetica. Il vicepremier replica a Giovanardi. L’eutanasia non viene in alcun modo praticata negli ospedali italiani.

Lo ha detto a chiare lettere, ieri, il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli, nel corso di un question time alla Camera in risposta ad un’interrogazione di Carlo Giovanardi (Udc). L’ex ministro del centro-destra aveva chiesto precisazioni sull’intervento del sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi, che in una trasmissione televisiva aveva sostenuto l’esistenza “silenziosa” della pratica. Rutelli ha invece ribadito la necessità di andare avanti con un provvedimento sul testamento biologico che però, ha voluto precisare, «non apre in alcun modo la strada all’eutanasia, cui il Governo è contrario».

Lo scambio si è fermato qui, con una nuova precisazione dello stesso Manconi («Essere consapevoli che esiste una “eutanasia silenziosa” non significa necessariamente volerla legalizzare» ) e l’insoddisfazione dichiarata di Giovanardi («Prendo atto che membri del Governo straparlano pubblicamente e vengono sconfessati pubblicamente da altri membri dello stesso Governo»). Ma anche da settori della maggioranza si sono levate le critiche a Rutelli. Per il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè «ipocrita è chi dice pubblicamente di essere a conoscenza di un reato e non lo denuncia all’autorità giudiziaria» , mentre per Riccardo Pedrizzi di Ari «è politicamente rilevante che il vicepremier Francesco Rutelli abbia smentito, pur senza condannarle, come invece avrebbe dovuto fare, le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi».

Per Silvio Viale, medico di Exit-Italia ed esponente radicale «senza interventi attivi il rifiuto dell’accanimento terapeutico è pura retorica». Mentre per il verde Tommaso Pellegrino «serve un confronto sereno tra laici e cattolici, al riparo dai condizionamenti ideologici. E dopo il testamento biologico, occorrerà anche affrontare il dibattito sull’eutanasia». L’associazione Coscioni ha lanciato intanto, per il i8 e i9 novembre, una mobilitazione nazionale di raccolta firme su una petizione al Parlamento che chiede l’avvio di una indagine seria e rigorosa sull’eutanasia clandestina in Italia. «Per far emergere quanto accade negli ospedali – ha detto Rocco Berardo, vice segretario dell’associazione vicina ai radicali – occorre una seria e rigorosa indagine, che garantisca l’anonimato ai medici, affidando al Parlamento quella conoscenza necessaria ad adottare una legge che possa restituire alla persona le decisioni di fine vita».