Che cosa farà il sindaco dopo che il consiglio comunale gli ha ri-votato la richiesta che il Comune di Vicenza metta a disposizione un Registro sulle volontà personali riguardanti i trattamenti sanitari, il testamento biologico che dovrebbe indirizzare le scelte mediche in caso di malattia terminale invalidante? Nell’ultima riunione in sala Bernarda una maggioranza trasversale sinistra-destra-centro ha fatto il bis dell’anno scorso (18 favorevoli su 24 votanti), dopo che il tentativo di procedere con una specifica delibera è stato “derubricato” nel «sì» ad una semplice mozione d’indirizzo.
VARIATI PRENDE ATTO. Variati non c’era, occupato a Roma. Come si comporterà, stante il suo personale «no» ?
«Prendo atto della decisione del consiglio – ha risposto l’indomani – e la affr! onterò in modo da arrivare a una soluzione che tuteli la legittimità degli atti comunali – perché io non posso fare cose non consentite – e la chiarezza nei confronti dei cittadini. Lo farò indipendentemente dal mio pensiero personale, perché sono il sindaco di tutti». Ecco le posizioni in consiglio.
CHI DICE NO. I contrari per convinzione etico-religiosa e ideologia partitica hanno avuto dalla loro la norma: se di Registro non si può burocraticamente neanche parlare, è inutile discuterne o votarlo. Massimo Pecori (Udc) ha rifiutato di votare, imitato dal pidiellino-forzista Lucio Zoppello. L’indipendente Luca Balzi, qualificandosi cattolico, ha auspicato una rapida legge nazionale secondo la sollecitazione del patriarca di Venezia Angelo Scola. Manuela Dal Lago (Lega) si è trincerata sul diniego tecnico-burocratico: «Il Comune non può tenere il Registro, bisogna aspettare la legge nazionale». Eugenio Capit! anio (Pd) ha indicato nei famigliari, non nell’individuo,! i titolari della scelta sul fine-vita «che è un dono di Dio e a lui ritorna».
CHI DICE SÌ. I favorevoli hanno invece insistito per «una richiesta largamente presente nell’opinione pubblica». Giovanni Rolando, capogruppo variatiano non d’accordo con Variati, ha rivendicato il diritto dell’individuo a decidere sulla propria sorte medica e il dovere del Comune di garantire questo diritto. Claudio Cicero e Domenico Pigato (360°) hanno indicato nel Registro uno strumento di libertà. Per Cinzia Bottene (Vicenza libera) è facoltà della persona «accettare l’epilogo della morte» senza vincoli esterni ideologici o religiosi.
«Non espropriare la persona del diritto di accettare la morte»: questa l’idea espressa dalla variatiana Lorella Baccarin e dalle democratiche Cristina Balbi, Francesca Nisticò e Isabella Sala. Il loro capogruppo Federico Formisano ha rivendicato la scelta d! i libertà di essere contro il proprio sindaco su questa materia: «Non si tratta di contrapposizione politica, ma di convinzioni di coscienza».
C’È REGISTRO E REGISTRO… Il consiglio «non è riuscito a risolvere questa vicenda», ha commentato il sindaco, riferendosi allo stop al Registro imposto dalla commissione di dirigenti comunali incaricata di accertarne la legittimità (negata). Adesso dovrà inventare qualcosa di compatibile con la normativa. Non sarà facile e le polemiche non mancheranno. Una perdura dalla serata consiliare, quando è stata evidenziata – in particolare da Bottene – l’incongruenza di comportamento della dirigenza comunale interpellata da Variati. Sotto un’altra proposta burocraticamente simile – l’istituzione in Comune di un altro Registro che la legge non prevede, quello delle unioni civili – il parere tecnico-giuridico è stato positivo. Perché per il testamento biol! ogico no? «Non so che dire. Approfondirò…» ha risposto! il sindaco.
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