Più libero l’utilizzo di cellule staminali

di Rita Fatiguso

Cade un tabù, quello sulla donazione autologa del cordone ombelicale destinata soltanto al neonato e ai consanguinei. Possibilità ammessa, finora, in pochissimi comprovati casi di malattie genetiche. Un emendamento all`articolo 75 della Legge Finanziaria, poche righe votate martedì scorso, all`unanimità, in Commissione Affari Sociali ("Con parere favorevole del Governo", esulta Donatella Poretti, prima firmataria) crea le premesse per il superamento della regola generale della donazione eterologa ad esclusivo beneficio della collettività. Alla lettera, si autorizzala raccolta autologa del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche o private, accreditate e convenzionate con il Centro Nazionale Trapianti, d`intesa con il Centro Nazionale Sangue. La raccolta nonavrà costi per lo Stato e avverrà previo consenso alla donazione del cordone per  uso eterologo (se un paziente compatibile ne farà richiesta). Il Centro nazionale trapianti gestirà il registro internazionale e la distribuzione delle cellule per trapianto, in base aun apposito Regolamento.

Al momento il business delle banche stamìnali private è ad alto rischio. In compenso Internet pullula di società specializzate nella raccolta autologa di sangue cordonale. Siti come Cryo-Save, Powercells, Smartbanks, Mammole, CordBloodltaly, FuturHealth, funzionano da intermediari. Un occhio al contratto (i costi medi oscillano tra i 2mila e 3mila euro) svela il collegamento tra la società fornitrice di servizi, kit incluso, a banche estere, in genere belga, britannica o svizzera. L`ordinanza del maggio scorso del ministro della Sanità Livia Turco, limitando il prelievo autologo a comprovate patologie ereditarie, è chiara. «L`unica eccezione alla donazione solidaristica – sostiene Paolo Rebulla, della Milano Cord Blood bank, 6.500 donazioni in quindici anni – è per famiglie con un bambino o un consanguineo malato in attesa di trapianto oppure con alto rischio di malattie geneticamente trasmesse». La banca di Milano, insieme a quella di Pavia, è tra le uniche banche lombarde, ma anche a livello nazionale tra le uniche due abilitate, in deroga alla legge genera le, a ricevere depositi autologhi. Per le donazioni "finalizzate" i due poli sono la Svizzera italiana e San Marino, sede della Swiss Stem Cells Bank di Lugano e del Bioscence Institute. Alle porte della banca svizzera hanno già bussato i.5oo italiani. Quella di SanMarino, è nata meno diun anno fa su iniziativa di un imprenditore milanese, Giuseppe Mucci, fortemente critico verso il sistema pubblico. «Negli ultimi dieci anni sono nati cinque milioni e mezzo di bambini, i5mila le unità di sangue inventariate, ma – de- nuncia Mucci – il 99,8% dei cordoni è andato distrutto. Le banche autologhe, al contrario, ne conservano 4mila all`anno». «Di fatto – conferma una nota del professor Rebulla – una banca di5mila, iomilaunità, distribuisce ogni anno per trapianto appena lo 0,5-1% del proprio inventario». E, ancora: «Gestirla costa un milione, un milione e mezzo dieuro all`anno, quindi i costi delle donazioni autologhe non possono essere messi a carico della collettività». Nella suabattagliaperla qualità Mucci ne ha anche per il privato: la Swiss Stem cell non avrebbe le certificazioni di sicurezza necessarie, prima fra tutte la Gmp, richiesta in caso di trapianto. E aggiunge: «Da noi tutto l`iter si può seguire online, inclusa la conservazione del cordone. Ma non c`è troppo da gioire per l`emendamento passato in Finanziaria, confonde troppo i due tipi di donazione. Ce ne accorgeremo al momento dell`applicazione».