Un voto per il testamento biologico. È l’appello lanciato da Paolo Ravasin, malato di Sla
(sclerosi laterale amiotrofica) da 11 anni, che dal letto della casa di cura Villa Fiorita di Monastier invita i trevigiani a votare per il segretario di Veneto Radicale, Raffaele Ferraro, candidato alle europee nella lista Bonino – Pannella. «Non possiamo lasciare che siano gli altri a decidere della nostra vita» dichiara Ravasin. Che da ieri lo può dire anche al mondo intero grazie al “comunicatore simbolico” appena installato nella sua stanza. Un prodigio dell’elettronica che consente di comporre le parole su una tastiera virtuale attraverso il movimento degli occhi. Bastano occhiate lunghe 2 secondi. Si esprimerà molto meno faticosamente che non parlando, dandogli anche l’opportunità di essere collegato col
mondo via Internet. «Un salto di qualità per la mia esistenza – continua Ravasin – anche se devo ancora imparare bene ad usare il comunicatore. Sono ancora alle prime battute di allenamento » scherza. La prima, simbolica mail che vuole mandare è di ringraziamento
a quanti hanno contribuito al successo di una richiesta avanzata oltre un anno fa,
dopo quelle del respiratore, della struttura più adeguata di Monastier, della fisioterapia e del supporto psicologico. E fra questi c’è anche l’Usl 9 che ha acquistato il dispositivo con un finanziamento governativo gestito dalla Regione. Ma non si dimentica di essere anche il presidente della Cellula Coscioni di Treviso e anche lui andrà a votare per sostenere la sua battaglia sul testamento biologico. «La Coscioni e i Radicali in questi due anni mi hanno aiutato a migliorare la qualità della mia vita. E la vita è il bene più prezioso che abbiamo» afferma Ravasin che non ha mai fatto mistero di essere un credente, tanto che ogni mattina la trascorre quasi tutta intento a pregare. Raffaele Ferraro, il giovane e combattivo esponente dei Radicali che gli sta accanto al letto la vede allo stesso modo, pur da una posizione più laica: «Questa del comunicatore per Paolo è un’altra conquista dopo quella del diritto di voto ai malati intrasportabili approvata dalla Camera circa un mese fa». Un diritto che Ravasin ottempererà, «ma come lui – avverte Ferraro
– solo nella provincia di Treviso ci sono almeno altri 40 malati che possono farlo. Ditelo e
scrivetelo: anche loro possono votare». L’appello di Ravasin è quello di non «lasciarsi scappare un’opportunità. Ogni italiano rifletta sul bene più importante e si chieda se la vita possa essere o no lasciata in mano alla volontà di terzi». Ravasin, da ieri attaccato alla vita forse più di prima, aveva espressamente dichiarato di voler rinunciare
all’alimentazione e all’idratazione artificiale nel momento in cui non fosse più stato in grado
di farlo da solo.
rassegna stampa