Nell'arco del 2002 si sono infatti susseguiti, in particolare negli Stati Uniti, provvedimenti volti ad adeguare la prassi scientifica al clima di rigore che si è diffuso dopo l'11 settembre 2001. Controlli e restrizioni ai ricercatori stranieri in trasferta negli Usa, come la totale esclusione dei ricercatori non statunitensi dal dipartimento dell'agricoltura, indicata da Science come "sciocchezza dell'anno" nel campo della politica scientifica; norme che limitano l'accesso a informazioni "sensibili ma non classificate", categoria assai generica in attesa di ulteriori definizioni; la proposta di un controllo governativo antecedente alla pubblicazione degli articoli in campi di ricerca "strategici". Una sfilza di risposte alla richiesta di sicurezza giudicate eccessive. Che – secondo gli esperti chiamati dalla rivista a pronunciarsi in merito – potrebbero sortire l'effetto opposto, riducendo le potenzialità della ricerca.
Al secondo posto campeggia il divieto totale di clonazione umana, quello esteso cioè anche a cellule staminali derivanti dalla clonazione a scopo di ricerca e utilizzate per lo studio delle malattie neurodegenerative. Una questione che ha occupato le pagine dei giornali nel 2002 e che promette di suscitare altrettanto clamore anche in futuro. Il tema è infatti in discussione in molti Paesi del mondo visto che solo il Regno Unito si è dichiarato a favore di questa pratica medica. Terzo classificato il vasto dibattito avviato dopo la conferenza di Johannesburg sui temi delle risorse energetiche, idriche e alimentari. Lo sviluppo sostenibile comincia a essere pensato come un buon affare, perché – ancora una volta – sono la sicurezza e la pace a essere a rischio quando le risorse scarseggiano.
Si guadagna invece la quarta posizione lo sforzo messo in atto dall'Unione Europea per costruire il "mercato comune" della ricerca con lo stanziamento di grandi investimenti nell'ambito del Sesto programma quadro per il finanziamento alla ricerca. Dalle note positive a quelle negative. L'Aaas segnala al quinto posto il tentativo dei movimenti anti-evoluzionisti di introdurre nelle scuole americane una versione "mascherata" del creazionismo: il cosiddetto "intelligent design", ovvero l'idea che la complessità del Dna e la molteplicità delle specie viventi si spieghi con una progettazione sovrannaturale intelligente.
Ancora genetica al sesto posto: le restrizioni poste dal Presidente Bush alla ricerca sulle cellule staminali embrionali preoccupano il mondo scientifico statunitense. Soprattutto perché altri Paesi come Svezia, Israele e Singapore, grazie a posizioni politiche permissive, accumulano nel frattempo sperimentazioni di successo. La creazione del dipartimento di sicurezza nazionale statunitense occupa il settimo posto, mentre all'ottavo il settimanale Usa mette l'ingente finanziamento che il governo Bush ha stanziato per le scienze fisiche e ingegnieristiche.
Infine il nono piazzamento se lo aggiudica il rientro degli Stati Uniti nell'Unesco (Organizzazione delle Nazioni unite per l'educazione la scienza e la cultura), anche se con un ruolo non ancora ben definito. Chiude la classifica l'incapacità dell'amministrazione americana di stanziare nuovi finanziamenti per l'adeguamento di contratti e borse di studio per i ricercatori. Un tema di attualità anche in Italia.
<i>di Michele Catanzaro</i>