Luca Coscioni, non dimenticheremo

Lettere dei lettori al direttore
Molti lettori commossi da un uomo coraggioso. CARO DIRETTORE, io e mio marito siamo lombardi, ma ci siamo sposati a Piombino perché è l’unica città d’Italia dove è stato superato il quorum al referendum sulla legge 40. Se mai ci riusciremo, grazie alla fecondazione assistita, ad avere il bambino che desideriamo tanto lo chiameremo Luca in onore di Luca Coscioni. E’ stato un grandissimo esempio di speranza e di amore per la vita in questa Italia ipocrita e oscurantista che falsamente inneggia al diritto alla vita come unico e inalienabile, ma che di fatto impedisce di renderla migliore e possibile. Daniela (iscritta come tanti altri, e spero da oggi ancora di più, all’Associazione Luca Coscioni) Volevo esprimere il mio dolore per la morte di Luca Coscioni, che ho conosciuto grazie a un vostro articolo dell’anno scorso. Spero che presto anche in Italia si dia la possibilità di sperare. Non chiudiamo le porte alla ricerca. Marianna, Prato Luca Coscioni è stato un uomo di intelligenza e coraggio eccezionali. Era un malato, come purtroppo ce ne sono e continueranno a essercene tanti, anche grazie alle scelte – e alle non scelte, come quella di non andare a votare – di gente che pensa sia necessario imporre per legge una certa idea del bene e del male. Questa idea del bene e del male ignora un essere umano che muore, o che vive una vita insopportabile, a vantaggio di un embrione che non sarà mai uomo. Nei telegiornali alla notizia della morte di Coscioni è stato dato lo stesso spazio che alla Nutella chiesta da Totti dopo l’infortunio: un appello a voi di Vanity perché non finisca così. Giulia Broggini Non finirà così.