La pillola Ru486 rompe l’anarchia etica dei PdL : ufficialmente il partito non prende posizione, ma sulla Ru486 ognuno dice la sua: teo-con contrari, finiani e liberal aprono

Tommaso Montesano

Da una parte i cattolici e i "teo-con", dall’altra i finiani e l’ala liberal del partito. La pillola abortiva agita il Popolo della Libertà. Anzi, lo divide. Proprio come accaduto in occasione del referendum sulla fecondazione assistita nel 2005 e sul caso di Eluana Englaro lo scorso anno. Riassunto delle puntate precedenti. Domenica scorsa Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Intemo, dalle colonne di Libero contesta la scelta del partito di non prendere posizione sulla distribuzione della Ru486: «Se non ci convinciamo che è su temi come questi che vale la pena battersi, perdiamo un’occasione». Invito respinto al mittente, sempre sul nostro quotidiano, da Filippo Facci, che ieri ha ricordato a Mantovano come la maggioranza degli elettori di centrodestra sia attestata su posizioni laiche. Immediato il plauso del sito Intemet del Secolo d’Italia e di Ffweb magazine, il quotidiano on line della fondazione presieduta da Gianfranco Fini.

«Bravo Libero che difende la laicità» , titola l’ex quotidiano diAlleanza nazionale plaudendo alle parole di Facci. Lo stesso fa FareFuturo, che posta l’articolo di Libero sotto il titolo «Ma nel centrodestra la maggioranza è laica». Al coro si aggiunge Benedetto Della Vedova, deputato del PdL e presidente dell’associazione "Libertiamo", la corrente liberai del partito. «Concordo con quanto scritto da Facci: la maggioranza del nostro elettorato non è composta da cattolici praticanti, che oltretutto rappresentano solo un terzo dell’elettorato complessivo». Per Della Vedova la linea fin qui seguita dal PdL, quella della libertà di coscienza, è la migliore possibile: «II PdL non può andare all’inseguimento della Lega. Questo è già accade su tanti altri temi… Il nostro deve essere un partito inclusivo. Viceversa, abbiamo tutto da perdere. Qui non è in discussione l’aborto in quanto tale, ma la legge 194: vogliamo mantenerla o no? La Ru486 è parte di questo dibattito.

Ai miei colleghi domando: lo sanno che se vietiamo la pillola abortiva togliamo ai medici e alle donne che hanno deciso di abortire una possibilità di farlo in modo meno cruento?». Parole che arrivano nel giorno in cui dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, arriva un nuovo affondo contro la Ru486. Attacco destinato a lasciare il segno tra i parlamentari del PdL più ostili alla pillola abortiva, che con Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato, hanno già annunciato battaglia: «Ci sono troppe cose che non quadrano».  

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