La legge sul fine vita c’è ma pochi hanno capito come funziona. E nessuno ha interesse a farlo sapere. Ora l’Associazione Coscioni attiva un software che sa rispondere a mille domande. E che si fa capire da tutti, non solo da esperti di legge, di medicina o del web.
Intervista a Marco Cappato
“Ciao, prima di rispondere alla tua domanda volevo dirti che sono CitBot, l’intelligenza artificiale dedicata ai cittadini. Sono ancora in fase di test, aiutami ad imparare ad aiutarti”. È il primo contatto con il servizio appena inaugurato dalla Associazione Luca Coscioni: una chat che dà informazioni sul testamento biologico. Questa guida, realizzata da Revevol Italia, è già disponibile sul sito dell’Associazione, su www.citbot.it e su Telegram. E presto arriverà anche su Facebook, WhatsApp e sui software di assistenza vocale Google Assistant, Siri, e Alexa. Ne abbiamo parlato con Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e ideatore della CitBot.
Il vostro progetto nasce dalla constatazione che della legge sul testamento biologico a quasi un anno e mezzo dall’approvazione si sa pochissimo e si è fatto ancora meno. Ma cosa è cambiato con quelle norme?
La legge sul testamento biologico non ha fatto altro che recepire quello che è già scritto nella Costituzione e che era stato confermato dalla giurisprudenza sui casi Welby, Englaro ed altri: cioè che ciascuno di noi ha il diritto di rifiutare o sospendere qualsiasi tipo di trattamento sanitario, e di affrontare le conseguenze senza soffrire, quindi eventualmente sotto sedazione. Era un principio già valido in teoria ma che, come ha dimostrato il caso Englaro con i suoi 18 anni di tribunale, veniva fatto valere solo in alcuni casi. Dal 31 gennaio 2018 invece è diventato un diritto soggettivo immediatamente esigibile per ciascuno: quindi nessun medico e nessuna struttura sanitaria possono rifiutarsi di rispettare la richiesta di un paziente.
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L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.