L’aborto è un «delitto incommensurabile». E la difesa della vita umana uno dei valori «non negoziabili» sul quale i cattolici devono scegliere alle prossime elezioni regionali. Appare come una chiara indicazione di voto la prolusione che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, dedica allo spinoso tema dell’interruzione di gravidanza al termine delle 19 cartelle con cui ieri ha avviato i lavori del Consiglio episcopale permanente, il "parlamentino" dei vescovi italiani. A una settimana dall’apertura delle urne la Cei scende in campo bocciando di fatto quei candidati che si sono schierati a favore dell’introduzione della pillola abortiva RU486, come Emma Bonino nel Lazio e Mercedes Bresso in Piemonte.
«In questo contesto, inevitabil- mente denso di significati-dice l’arcivescovo di Genova – sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale». Con un invito a non disertare: «L’evento del voto è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare». E’ un discorso forte, quello che Bagnasco rivolge alla classe politica italiana. «Dinanzi a quel che va emergendo anche dalle inchieste della magistratura – afferma – e senza per questo anticiparne gli esiti finali, noi vescovi ci sentiamo di dover chiedere a tutti, con umiltà, di uscire dagli incatenamenti prodotti dall’egoismo e dalla ricerca esasperata del tornaconto, e di innalzarsi sul piano della politica vera». Non ci possono essere «alibi preventivi», dice il presidente della Cei, o «coperture impossibili» per gli amministratori che rubano dalla «cosa pubblica», con«grave scandalo dei cittadinic omuni».
Gli uomini di Stato – continua – devono porre fine «a comportamenti iniqui» e «contiguità affaristiche». E spiega: «Sottrarre qualcosa a ciò che fa parte della cosa pubblica, non è rubare di meno. Semmai, se fosse possibile, sarebbe un rubare di più. A qualunque livello si operi e in qualunque ambiente. Per i credenti poi, questo obbligo assurge alla dignità di comando del Signore, dunque non si può venir meno». Il tema dell’aborto ha ancora altri echi. Ecco l’elenco, secondo Bagnasco, dei valori «non negoziabili»: dignità della persona umana, indisponibilità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, libertà religiosa, educativa e scolastica, famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. Durissime le sue parole sull’aborto, descritto come «un’ecatombe progressiva» che si vuole rendere «invisibile» con l’uso di pillole da assumere in casa. Bagnasco ha voluto poi mettere l’accento sul fenomeno dell’immigrazione.
I vescovi italiani, dice, sono assolutamente contrari alle «isole etniche». Auspicano anzi una«fondamentale strategia di integrazione». E «gli immigrati», aggiunge riferendosi esplicitamente ai recenti disordini di Rosarno, «sono donne e uomini come noi». Infine la crisi economica. Per il presidente della Cei occorre ritrovare l’«energia morale» che l’Italia aveva nel dopoguerra. «Le crisi – dice Bagnasco rivolgendosi al mondo dell’imprenditoria-non si superano tagliando semplicemente i posti di lavoro» ma sforzandosi «soprattutto di immaginare il nuovo. Resistiamo insieme, pensiamo insieme, industriamoci insieme. E insieme, dopo la crisi, ripartiamo più forti».
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