Il sinodo valdese crede nell’amore, anche gay

Il Manifesto

Temi ecclesiali, ma anche questioni sociali e politiche sono al centro dei lavori del Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, riunito a Torre Pellice, «capitale» delle valli valdesi, fino a domani, quando verranno eletti i nuovi organi esecutivi.
Chiesa cristiana laica, orizzontale e democratica quella valdese – al Sinodo, il principale organismo decisionale, partecipano 180 membri, tutti con diritto di voto, metà pastori e metà laici, il 40% donne, eletti da tutte le comunità – che non teme di confrontarsi anche sui temi «eticamente sensibili», perché «il nostro compito non è offrire un sistema di valori precostituito che esclude chi non li condivide», puntualizza il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia. Si parla allora anche di coppie di fatto e di «benedizione delle coppie omosessuali» – argomento «non negoziabile» per la Chiesa cattolica. Già lo scorso anno il Sinodo le approvò a larga maggioranza ein due Chiese locali, a Trapani e a Milano, sono state «benedette» le unioni di due coppie gay. Il tema è controverso anche all’interno del mondo valdese, con il senatore Pdl Lucio Malan ad animare l’ala conservatrice, ma alla fine il Sinodo esorta le Chiese a proseguire «nel cammino intrapreso».
E si discute di «testamento biologico», alla vigilia del dibattito al Senato. «È una legge oscurantista, un gran pasticcio che non risolve niente, se deve essere questa, è meglio nessuna legge», dice la pastora Erika Tomassone, della Commissione bioetica. Per Paolo Ribet, pastore della Chiesa di Torino – che, come altre comunità valdesi, ha aperto uno sportello dove depositare il proprio testamento biologico – è anche «Una questione di laicità. Riteniamo che lo Stato debba poter legiferare su questi temi senza sottostare al ricatto morale della Chiesa di maggioranza», ovvero quella cattolica. «In Germania esiste da anni un "formulario cristiano" per le direttive di fine vita redatto congiuntamente dalle Chiese evangeliche e da quella cattolica. Allora non mi è chiaro – prosegue Ribet – perché la Chiesa cattolica in Italia possa parlare di tema «non negoziabile» quando a nord delle Alpi assume un’altra posizione. Per noi, come credenti, quella di rivendicare la dignità e la libertà della persona è un imperativo, oltretutto previsto dalla Costituzione».
Poi la politica, con la crisi economica e la manovra del governo, bocciata senza appello. «Una crisi di dimensioni sconosciute – spiega Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, l’organo esecutivo delle Chiese – Non è la fine del mondo, ma la fine di quel mondo che ha creduto in uno sviluppo illimitato, nelle grandi speculazioni e in una globalizzazione priva di regole e di garanzie. E’ il segnale che un ciclo ed un intero sistema economico si è chiuso». Il nostro governo «non può pensare di far pagare i costi a chi soffre di più perché è pensionato, disabile o precario. Come credenti ci deve indignare moralmente la sola idea che si pensi di fare cassa sottraendo risorse alla sanità pubblica e alla previdenza, mentre si considerano intoccabili le grandi rendite».
Non si entra nel dibattito dei privilegi, dei contributi e delle esenzioni fiscali concesse dallo Stato alla Chiesa cattolica, ma il Sinodo approva proprio oggi la ripartizione dell’otto per mille incassato dai valdesi (poco più di 10 milioni nel 2010, con un aumento delle firme del 15%). Tutti i soldi saranno spesi per progetti assistenziali, sociali e culturali, senza destinare nemmeno un euro al culto e alla pastorale, perché, spiega il pastore Paolo Ricca, «quel denaro non è nostro ma ci è affidato dagli italiani che firmano per la Chiesa valdese ed è a loro che dobbiamo rendere conto».
Nei sei giorni di assemblea, una sola nota triste: la notizia della morte a 91 anni, il 22 agosto, di Giorgio Girardet, «l’uomo della comunicazione» dei valdesi, fondatore della rivista Nuovi Tempi che nel 1979 si fuse con Com, periodico del dissenso cattolico, dando vita a Com-Nuovi Tempi (oggi Confronti), una delle voci più originali dell’informazione religiosa in Italia.