Il giudice su Welby «Rifiutare le cure è diritto inviolabile»

di Luca De Carolis

La motivazione della sentenza con cui è stato assolto il medico che staccò la spina riaccende il dibattito  

Ha sfidato la legge e parte dell’opinione pubblica aiutando a morire l’uomo che ha fatto discutere l’Italia dell’eutanasia. Ma il gup non l’ha neppure rinviato a giudizio, perché «chi rifiuta una terapia salvavita esercita un diritto soggettivo sancito dalla Costituzione, a cui corrisponde il dovere del medico di non eseguirla». Ieri il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma, Zaira Secchi, ha depositato le motivazioni della sentenza con cui il 23 luglio scorso ha assolto Mario Riccio, l’anestesista di Cremona che nel dicembre del 2006 a Roma staccò la spina a Piergiorgio Welby. Un testo di 60 pagine, reso noto proprio quando non si è ancora spento l’eco della sentenza della Cassazione sul caso di Eluana Englaro, la ragazza in coma da 15 anni, a cui il padre vorrebbe staccare il sondino con cui viene alimentata. Una possibilità ammessa, a determinate condizioni, dalla Suprema Corte, con una decisione che sarebbe piaciuta a Welby. Costretto dalla distrofia muscolare a vivere immobile in un letto, collegato a un respiratore, l’esponente radicale aveva scritto al presidente della Repubblica per invocare il suo diritto alla "dolce morte". Tra polemiche e ricorsi, magistratura e politica non lo ascoltarono. E allora fu Riccio ad accompagnarlo verso la fine nella notte del 20 dicembre, staccandolo dal respiratore dopo averlo sedato.

Un gesto di pietà che gli è costato l’iscrizione sul registro degli indagati per omicidio del consenziente: un reato punibile con la reclusione dai sei ai quindici anni.  Ma il medico di Cremona non è mai finito sotto processo, perché il gup l’ha  prosciolto in base all’articolo 51 del codice penale, che disciplina l’esercizio di un diritto e l’adempimento di un dovere. «L’imputato – scrive Secchi nelle motivazioni – ha agito alla presenza di un dovere giuridico ed esercitando un diritto soggettivo, riconosciutogli in ottemperanza al divieto di trattamenti sanitari coatti, sancito dalla Costituzione». Ovvero dall’articolo 32 della legge fondamentale, secondo cui «nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizione di legge», che comunque non può violare «i limiti imposti dal rispetto della persona umana».  Una norma spesso citata dai sostenitori del diritto all’eutanasia e su cui si basa il provvedimento del gup. A detta del quale «il diritto al rifiuto dei trattamenti sanitari, anche se sono terapie salvavita, fa parte dei diritti inviolabili della persona di cui parla l’articolo 2 della Costituzione, e si collega strettamente al principio di libertà e di autodeterminazione riconosciuto dall’articolo 13 del dettato costituzionale». Secchi cita anche la convenzione di Oviedo sui diritti dell’uomo che ribadisce il principio del consenso libero e informato ai trattamenti sanitari.

Un diritto innegabile secondo il giudice, che pone però una condizione: «E’ necessario che il rifiuto del trattamento sanitario sia chiaramente espresso, e non desumibile dalla sofferenza o dalla gravità del male». Una precisazione in linea con quella della Cassazione che nella sentenza su Eluana riconosce la validità del consenso del paziente alla sospensione del trattamento, anche se espresso oralmente prima dello stato vegetativo. Secchi quindi rafforza i sostenitori del testamento biologico con una sentenza che svela anche gli ultimi momenti di Welby: «Egli ha voluto seguire, fino a pochi attimi prima della morte, un programma televisivo di giochi a premi, quasi a voler sdrammatizzare la morte, e a ricordare che tale esperienza è un evento naturale dell’esistenza». Evento favorito da Riccio, a detta del quale «ora anche i negazionisti dei diritti individuali e dei diritti civili dovrebbero prendere atto della sentenza del gup e della Cassazione, e accettare che nel nostro Paese esiste il diritto di rifiutare le cure».  Concorde Marco Cappato, europarlamentare radicale e segretario dell’associazione Luca Coscioni (di cui Welby era co-presidente), che sostiene: «Ora serve una legge sul testamento biologico che rafforzi il diritto a decidere sulle proprie cure, stabilendo garanzie per il suo esercizio». Tutt’altra la posizione di Luca Volontè, capogruppo alla Camera dell’Udc: «Le motivazioni della sentenza sul caso Welby dimostrano la politicizzazione assoluta di certa magistratura, nelle cui decisioni riecheggiano slogan cari ai radicali e all’estrema sinistra». Dura anche Wanda Ciaraldi (Udeur): «La sentenza del gup di Roma promuove la morte e legittima impropriamente un intervento indirizzato a provocare il decesso di un essere umano».  

 

La vicenda

22 SET 2006, Piergiorgio Welby, da 40 anni affetto da distrofia muscolare che lo costringe all’irnmobilità in un letto, chiede al Presidente della Repubblica di poter ottenere l’eutanasia  

1 DIC 2006, I legali di Welby depositano presso il Tribunale civile di Roma un ricorso d’urgenza per ottenere il distacco. sotto seriazione terminale, del respiratore artificiale a cui l’uomo e collegato  16 DIC 2006, II tribunale dichiara inammissibile il ricorso sostenendo la necessità di una iniziativa politica e legislativa per colmare il vuoto normativo in materia  

20 DIC 2006 Welby muore dopo che l’anestesista Mario Riccio ha staccato la spina del respiratore artificiale  

1 FEB 2007, La Commissione disciplinare dell’Ordine dei Medici di Cremona archivia il caso Riccio perché "il comportamento dei medico è stato ineccepibile dal punto di vista deontologico"   

1 APR 2007, II gip di Roma rigetta la richiesta di archiviazione e iscrive Riccio nel registro delle notizie di reato con Ipotesi ci "omicidio del consenziente"  

23 LUG 2007, Mario Riccio è prosciolto dall’accusa di "omicidio del consenziente": non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato  

IERI, Il gup di Roma deposita le motivazioni della sentenza. Tra queste si sottolinea che“ Il diritto al rifiuto dei trattamenti  sanitari fa parte dei diritti inviolabili della persona"