Il cinema che va oltre lo sguardo

Vincenzo Scuccimarra

cinema non vedenti«La jeep entra in un villaggio africanoo colorato e chiassoso e si ferma davanti a una chiesa cristiana, ma costruita nel semplice stile architettonico del posto, con materiali poveri. Dalla vettura scende Carlo, baldanzoso». È l’ultima scena del film «Io, loro e Lara» di Carlo Verdone, così come l’hanno "vista" al cinema decine di persone nonvedenti. Grazie all’audiodescrizione: un sistema che permette di descrivere le immagini del film agli spettatori con deficit visivi attraverso degli auricolari. L’audiodescrizione è nata trent’anni fa negli Stati Uniti per descrivere ai non vedenti gli spettacoli dal vivo. Si è evoluta soprattutto in America e Gran Bretagna ed è attualmente diffusa in tutto il Nord Europa.

Nel Regno-Unito i cinema dotati di impianti per l’audiodescrizione sono 360, con 10mila proiezioni di film audiodescritti ogni mese. Circa l’8o% dei film distribuiti sul territorio britannico sono audiodescritti così come 450 titoli disponibili in dvd. Negli Stati Uniti e in Canada ci sono oltre 500 cinema adatti a trasmettere via infrarossi le audiodescrizioní agli spettatori non vedenti e due major, la 2oth Century Fox e la Universal, hanno recentemente annunciato che tutti i prossimi film che distribuiranno saranno dotati di audiodescrizioni. Dal 2005,grazie all’Aiace di Milano, è nata la manifestazione «Cinema senza barriere» che organizza nel capoluogo lombardo, a Roma e a Bari proiezioni di film audiodescritti con il supporto tecnico della società "Il raggio verde". Nell’arco di quattro anni sono stati audiodescritti e proposti 35 titoli. «L’obiettivo è stabilire un percorso di integrazione che permetta l’inserimento dei diversamente abili nel tessuto sociale – dice Romano Fattorossi, patron dell’iniziativa -. Il nostro progetto ha in sé un messaggio forte, afferma che persone abili e disabili potranno andare al cinema assieme, nella stessa sala, per godere dello stesso film. Per questo motivo proponiamo film popolari come "Io, loro e Lara" ma anche film d’essai come "Il concerto"».

Per realizzare l’audiodescrizione dì un film bisogna partire da una trascrizione il più oggettiva possibile di quello che si vede sullo schermo, senza cadere nella tentazione di interpretare il significato delle immagini. In questa fase il descrittore viene assistito da un non vedente che convalida l’efficacia dell’operazione. Una volta registrata, l’audiodescrizione può essere usata anche per il dvd del film. Com’è avvenuto per «Fuga dal Call Center»: il primo film in Italia ad avere una traccia audio per non vedenti nella sua versione home video. Di diffusione di film audiodescritti si occupa anche la cooperativa "Senza Barriere" di Scurelle, in provincia di Trento, che ha creato una vera e propria videoteca di film che vengono dati in prestito con allegate le audiodescrizioni. Nonostante queste meritorie iniziative, tanto rimane ancora da fare nel nostro paese per allargare l’accesso al cinema al pubblico non vedente. Le case di distribuzione nostrane non realizzano le audiodescrizioni dei loro film e la loro prassi antipirateria rende impossibile, per chi volesse produrre un’audiodescrizione di un film in uscita, lavorare sulla copia digitale del film con il dovuto anticipo. Per questo motivo in Italia i film di prima visione sono privi di audiodescrizione.

Il sostegno finanziario a questa pratica virtuosa e antidiscriminatoria è, per adesso, affidato a episodici e residuali contributi ministeriali e alla sensibilità di enti locali come la Provincia di Milano o il Comune di Bari. Nel nostro paese, al contrario che in Usa e in Gran Bretagna, non esiste una previsione legislativa che favorisca i cinema disposti ad allestire delle strutture permanenti per l’accesso alla fruizione dei non vedenti. Eppure si tratterebbe di investimenti relativamente modesti, nell’ordine dei 10-15mila curo a sala. Con un pubblico potenziale di circa i milione e ottocentomila persone non vedenti e ipovedenti. Nell’ottobre scorso un’interrogazione parlamentare, promossa da Maria Antonietta Coscioni del Pd, ha segnalato il problema. In attesa di provvedimenti che prevedano sistematiche agevolazioni economiche per tutte le imprese della filiera disposte a investire per garantire la fruizione dei film ai disabili, è lecito chiedersi, in tempo di diminuzione dei contributi statali, se possa esistere un modello operativo capace di integrare il sostegno pubblico con le risorse di un potenziale mercato.

Un gruppo di giovani operatori emiliani ha messo a punto un progetto denominato "Film Voices" che cerca di lavorare in tal senso. Sviluppato all’interno di "Kublai", il laboratorio creativo promosso dal ministero dello Sviluppo economico, "Film Voices" si propone di formare un team di audiodescrittori formato da persone vedenti e non vedenti e di coinvolgere soggetti pubblici e privati nella produzione e diffusione delle audiodescrizioni. «Nelle fase iniziale – spiega Ottavia Spaggiari a capo del progetto – limiteremo la produzione di audiodescrizioni ai film della sola Cineteca di Bologna. Le audiodescrizioni prodotte dal nostro laboratorio diventeranno quindi dei podcast scaricabili da internet a pagamento. Il ricavato servirà a pagare i diritti del film e le spese di produzione». Come tutte le pratiche che ampliano l’accesso culturale e l’integrazione, l’audiodescrizione può diventare un’opportunità di crescita del mercato oltre che della società civile.

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