Articolo di Chiara Lalli per Wired
Quelli che “la maternità surrogata è una barbarie” pensano che noi donne non sappiamo decidere
Le donne sono oggetti e i bambini sono merce, secondo Matteo Salvini e molti altri. Un atteggiamento che nasconde un retropensiero: la donna è un corpo privo di volontà e incapace di decidere, sempre e comunque.
Le donne come oggetti e i bambini come merce. Che scandalo, che orrore. Iniziano quasi sempre così le condanne, feroci e irrazionali, della maternità surrogata, la gestazione per altri detta anche comunemente utero in affitto. E così ha cominciato Matteo Salvini. E, per carità, Salvini fa Salvini e nessuno si stupisce – o almeno nessuno dovrebbe.
Ma in queste sciocchezze inciampano in tanti (e tante sì, perché non basta essere femmine per non dire sciocchezze paternalistiche). E il numero non è garanzia di nulla, come i milioni di mosche di Marchesi non erano garanzia di prelibatezza culinaria. “È una barbarie sul corpo della donna”, ovvero la donna è un corpo privo di volontà e incapace di decidere, sempre e comunque. Cioè non stiamo dicendo che a volte ci possono essere illeciti e abusi, che a volte le cose possono andare male. Stiamo dicendo che le donne non hanno mai il potere e mai la capacità di decidere, anche in condizioni non ideali. Perché viviamo nel mondo reale, dopo le scuole medie dovremmo averlo capito. E sarebbe meglio essere ricchi e sani e senza pensieri, come direbbe Catalano, ma questo non significa che chi non lo è non può prendere delle decisioni sulla sua vita.
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