Fecondazione: Mons.Sgreccia,”non andro’ a votare” al referendum

“E’ corretto e molto opportuno astenersi sul prossimo referendum sulla procreazione assistita.
Personalmente ritengo di non andare a votare”. Lo ha affermato mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, per il quale “e’ legittimo non votare, perche’ al referendum, la legge istitutiva, non prevede un obbligo”.
“Non si tratta – ha spiegato il presule ai microfoni di ‘One O Five Live’, il canale in Fm della Radio Vaticana – di eleggere un Parlamento. Si tratta di pronunciarsi in favore o in senso contrario ad una libera consultazione”. “Liberamente – ha aggiunto – si puo’ andare a votare e altrettanto liberamente si puo’ non andare. Soprattutto se una persona e’ contraria, non solo al senso dei quesiti referendari ma anche al fatto su come e’ stato preparato questo referendum e su come e’ stato formulato, su cose che sono talmente importanti e vitali di carattere morale di difficile spiegazione. Personalmente ritengo di non andare a votare perche’ sono contrario al fatto, oltreche’ al merito”.
Secondo mons. Sgreccia, “le quattro domande referendarie sono tutte, qualora approvate, peggiorative della legge 40 sulla procreazione assistita varata dal Parlamento italiano”.
“Quella sulla diagnosi pre-impiantatoria dell’embrione di carattere selettivo eugenetico – ha spiegato – e’ storicamente piuttosto infausta”. “E’ chiaro, quindi, – ha affermato ancora il presidente della Pontificia Accademia per la Vita – che i quesiti del referendum, se approvati, comporterebbero un peggioramento della legge. Un ritorno al caos precedente alla legge, creando un obbligo morale di dire no. Chi dice, come il mondo cattolico ma non solo, che il referendum non andava fatto e non andava posto in questo modo, si rifiuta di andare a votare”.
Secondo Mons. Sgreccia, “il rischio di una crociata puo’ dipendere dagli schieramenti di partito. Noi dobbiamo aiutare la gente a pensare. Anzi, dico, che anche dopo il referendum, qualunque sia l’esito, auspicandone tuttavia il suo rigetto, bisognera’ continuare a spiegare alla gente lo spessore di questi problemi etici offrendo un’ informazione profonda e corretta a partire dalla tutela giuridica dell’embrione”.
Non andra’ a votare al referendum nemmeno il prof. Antonio Maria Baggio, docente di scienze sociali della Gregoriana e firmatario del manifesto del comitato “Scienza e Vita”. “L’invito a non votare – ha spiegato il prof. Baggio a ‘One O Five Live’ – riguarda non solo i cattolici ma tutti i cittadini interessati alla questione.
Bisogna tenere inoltre conto che far mancare il numero legale e’ prassi corrente nelle aule parlamentari. Quindi, nota il prof. Baggio, non capisco certi politici che hanno motivato il loro andare a votare no, dicendo di non rinunciare al diritto di voto. Ma e’ cio’ che fanno abitualmente in Parlamento non partecipando ad una votazione”.
Il prof. Baggio e’ convinto che “ci sono rischi di strumentalizzazioni di parte. Va evitato questo rischio. A sinistra bisogna capire che votare si’ al referendum sulla procreazione assistita non e’ un atto di sinistra. Storicamente la sinistra si costruisce attorno alla difesa dei piu’ deboli.
Ma allora chi e’ piu’ debole di colui che non ha voce, che non e’ ancora nato, come l’embrione?”. “Non chiediamo alla sinistra – e’ questo l’invito del docente della Gregoriana – di rinunciare ai propri principi, ma di scoprirli in modo piu’ profondo e motivato rispetto ai problemi della nostra epoca.
Cosi’ come ad alcuni settori piu’ liberali del centrodestra”.
Per il prof. Baggio, e’ necessario, dunque, “evitare lo scontro a livello di destra-sinistra, di laici contro cattolici”.