Per fare un figlio non basta l’aereo

settimanale A
Silvia Ferraris

Il settimanale “A”, in edicola dal 27 ottobre al 3 novembre (http://www.leiweb.it/a.shtml), propone una panoramica sulle difficoltà a cui, purtroppo soprattutto oggi, vanno incontro le coppie italiane che si recano all’estero per aggirare gli inutili ostacoli alla fecondazione eterologa, posti dalla legge 40. Presente un’intervista all’avvocato Filomena Gallo, vicesegretario dell’associazione Luca Coscioni.

“La legge 40 l’ha fatta il Parlamento, ma nel corso degli anni i Tribunali sono stati chiamati a decidere sulla legittimità di alcuni vincoli. Così sono caduti il divieto di produrre più di tre embrioni per volta e l’obbligo di impiantarli contemporaneamente tutti e tre nell’utero della donna, e anche la diagnosi preimpianto sugli embrioni. Ora si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale sull’eterologa. Chi desidera avere un bambino con il proprio partner deve poterlo fare in piena legalità con le massime garanzie nel suo paese”, dice Filomena Gallo. “Tanto più che la legge 40 per prima riconosce come legittimi i figli nati per effetto di una inseminazione eterologa all’estero. Allora perché in Italia gli si vieta di essere concepiti?”.

In allegato la versione integrale del servizio pubblicato su "A".