Eutanasia, al via la mobilitazione nazionale

Cartello "Con Dj Fabo e Welby per l'eutanasia legale". Camminata Welby del 18 dicembre 2018
Estratto dell’Articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno, a firma di G. F. Campanella

L`associazione «Luca Coscioni» preme per la veloce approvazione della legge, Nino Sisto, referente barese dell’associazione, spiega: «La legge è in discussione, ma alle parole che ne sollecitano l`approvazione non seguono i fatti». Di qui la petizione popolare: finora, anche attraverso il sito eutanasialegale.it, hanno firmato quasi in 130mila.

Erano in 100mila quando, nel 2013, fu depositata, per la discussione in Parlamento, la proposta di legge per l`eutanasia legale presentata dall`associazione Luca Coscioni.

Dopo anni di attesa e altri casi eclatanti, a fine febbraio scorso, a due anni dalla morte di dj Fabo (l`uomo, rimasto cieco e tetraplegico a causa di un incidente stradale, decise di recarsi in Svizzera per porre fine alla sua vita), sono iniziate alla Camera le audizioni di esperti a un mese circa dalla prima discussione nelle Commissioni Giustizia e Affari Sociali.

Il dibattito, secondo Marco Cappato, il tesoriere dell`associazione, colui che accompagnò dj Fabo e che per questo «atto di disobbedienza civile» è ancora imputato (rischia 12 anni di carcere) di aiuto al suicidio (è stato già assolto invece per istigazione al suicidio), ha accusato di procedere a rilento, «ignorando un`ordinanza della Consulta» che, proprio in seguito alla scelta della Corte di Assise di Milano di rimettere alla Corte il giudizio di costituzionalità dell`art. 580 del codice penale (che prevede appunto il reato per il quale è accusato Cappato), ha chiesto al legislatore, sospendendo la decisione, di intervenire e di disciplinare la materia entro il 24 settembre 2019.

«Siamo a quasi due mesi dall’inizio della discussione – afferma Nino Sisto, referente barese dell`associazione Luca Coscioni e della Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) – ma possiamo dire che non è mai realmente iniziata. Alle dichiarazioni che sollecitano l`approvazione di una legge (la più recente è quella di Giulia Grillo, ministro della Salute, ndr) non seguono poi i fatti.

I parlamentari di qualsiasi schieramento attaccano o difendono le iniziative del Governo, trascurando quelle popolari. Per questo da domani a domenica ci mobiliteremo: sensibilizzeremo i cittadini e raccoglieremo le firme per chiedere una rapida discussione della normativa sull`eutanasia legale».

Tre italiani su quattro (73,4% ) sono favorevoli all`eutanasia, secondo l`ultimo rapporto dell`Eurispes (nel capitolo dedicato ai temi etici), un dato in forte ascesa rispetto agli anni passati (55,2% nel 2015), sebbene precisino che vi si dovrebbe ricorrere solo in caso di coma irreversibile (77,5%) o di estrema sofferenza fisica (64,6%). Sulla possibilità di ricorrere al suicidio assistito, poi, si esprime un atteggiamento in maggioranza di opposizione: è contrario il 60,6% (era il 70% nel 2016).

Sul tema dell`interruzione delle cure che tengono in vita un paziente in  coma irreversibile, il 35,4% degli italiani ritiene che sia un atto di clemenza che risparmia inutili sofferenze, mentre il 32,7% ritiene sia una scelta accettabile. Il testamento biologico, infine, è accolto positivamente dal 67,9%.

Da notare che le percentuali cambiano, innalzandosi anche sensibilmente, quando ci sono casi eclatanti di cronaca, come quello di Piergiorgio Welby, colpito dalla distrofia muscolare (inviò al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una lettera in cui chiedeva l`eutanasia): nel 2006 il tribunale di Roma respinse la richiesta di porre fine all`«accanimento terapeutico», dichiarandola «inammissibile», e pochi giorni dopo Welby chiese al medico Mario Riccio di interrompere il suo calvario. Riccio gli staccò il respiratore sotto redazione, venendo poi assolto dall`accusa di omicidio del consenziente.

Ma è nel 2009, con il caso di Eluana Englaro, la giovane di Lecco rimasta in stato vegetativo per 17 anni, che il Paese si divise tra i favorevoli alla volontà del padre Beppino di far rispettare il desiderio della figlia di concludere la sua esistenza, se si fosse trovata in simili condizioni, e i contrari. Le sentenze di rigetto delle richieste dei familiari furono diverse, finché la Cassazione si pronunciò a favore della sospensione di nutrizione e idratazione artificiali.

«Per colmare un vuoto normativo che porta decine di persone a decidere di andare a morire all`estero, in solitudine per non coinvolgere penalmente i propri cari o il medico che li aiuterà, è necessario – sostiene l`associazione Luca Coscioni – approvare una legge che affermi, non tanto un generico diritto a morire, quanto il diritto, in determinate condizioni, a non soffrire più».

Per questo sul sito eutanasialegale.it scorrono le frasi: «Chi chiede l`eutanasia vuole solo morire con dignità», «si tratta solo di riconoscere un diritto umano», «non so cosa farei, ma vorrei essere libero di decidere». Per questo per tre giorni ci sarà la raccolta firme per sollecitare un`accelerazione da parte del Parlamento. Non sarà facile trovare una sintesi.