<b>15 settembre 2003</b> – LONDRA – Rischia di scatenare polemiche l'annuncio di un esperto di clonazione che sostiene di essere riuscito a creare embrioni ibridi di uomo e mucca che avrebbero potuto, in teoria, essere impiantanti nelle tube di una donna.
Il professor Panayiotis Zavos, ricercatore cipriota dell'università americana del Kentuky esporrà oggi a Londra i risultati del suo esperimento. Gli embrioni, ottenuti attraverso l'inserimento del Dna umano negli ovociti di una mucca, si sarebbero sviluppati regolarmente per due settimane e avrebbero potuto teoricamente essere impiantare in un utero umano. Secondo quanto ha scritto ieri il Sunday Times, Zavos ha sottolineato di non aver mai avuto intenzione di lasciare che un ibrido del genere vedesse la luce. Il suo scopo, sostiene lo scienziato, era perfezionare le tecniche della clonazione senza incorrere nei problemi etici che sorgono quando vengono usati ovuli umani.
Gli embrioni, sostiene Zavos, si sono divisi in diverse centinaia di cellule e sembrano aver sviluppato un Dna normale.
Il test di Zavos è cruciale perché implica che i cromosomi umani, che contengono il Dna, sono stati lasciati intatti dal trasferimento nucleare del processo di clonazione. Proprio questo metodo è stato usato con successo per creare la pecora Dolly e altri cloni, ma i ricercatori non sono mai riusciti ad utilizzarlo con i primati quali gli esseri umani perché i cromosomi non resistono o si rompono. Riuscire a superare quella barriera significa trovare la chiave per la clonazione umana.
Richard Gardner, presidente della Royal Society, ha invitato alla cautela, affermando che fin quando l'esperimento dello scienziato cipriota non verrà replicato deve essere trattato con «estremo scetticismo».
Il professor Panayiotis Zavos, ricercatore cipriota dell'università americana del Kentuky esporrà oggi a Londra i risultati del suo esperimento. Gli embrioni, ottenuti attraverso l'inserimento del Dna umano negli ovociti di una mucca, si sarebbero sviluppati regolarmente per due settimane e avrebbero potuto teoricamente essere impiantare in un utero umano. Secondo quanto ha scritto ieri il Sunday Times, Zavos ha sottolineato di non aver mai avuto intenzione di lasciare che un ibrido del genere vedesse la luce. Il suo scopo, sostiene lo scienziato, era perfezionare le tecniche della clonazione senza incorrere nei problemi etici che sorgono quando vengono usati ovuli umani.
Gli embrioni, sostiene Zavos, si sono divisi in diverse centinaia di cellule e sembrano aver sviluppato un Dna normale.
Il test di Zavos è cruciale perché implica che i cromosomi umani, che contengono il Dna, sono stati lasciati intatti dal trasferimento nucleare del processo di clonazione. Proprio questo metodo è stato usato con successo per creare la pecora Dolly e altri cloni, ma i ricercatori non sono mai riusciti ad utilizzarlo con i primati quali gli esseri umani perché i cromosomi non resistono o si rompono. Riuscire a superare quella barriera significa trovare la chiave per la clonazione umana.
Richard Gardner, presidente della Royal Society, ha invitato alla cautela, affermando che fin quando l'esperimento dello scienziato cipriota non verrà replicato deve essere trattato con «estremo scetticismo».