Ecco cosa fa l`Istituto superiore di sanità

di Enrico Garaci – Presidente ISS

Non è mia abitudine rispondere a polemiche sterili, ma questa volta mi vedo costretto a farlo unicamente nell’interesse dei ricercatori che mi hanno sostenuto e che, a dispetto delle loro pubblicazioni, consultabili da tutti su PubMed e del lavoro che quotidianamente svolgono, spesso anche senza adeguata remunerazione, sono stati ingiustamente attaccati da Gilberto Corbellini che li accusa di «voler mantenere nell’inefficienza il sistema della ricerca biomedica italiana». È per evitare loro ulteriori e gratuite aggressioni verbali che vorrei spiegare al professor Gilberto Corbellini, solitamente e per altre cose bene informato, qualcosa accaduta in questi sette anni nell’Istituto che ho l’onore di guidare. Tutti sanno come vanno le cose con la ricerca: la più bella, la più affascinante, ma, come Cenerentola, vestita di stracci. In questi anni, l`Istituto è diventato Ente autonomo e quindi anche autonomo nel recupero della maggior parte dei fondi.

Nonostante tutto, però, la nostra ricerca ha avuto un forte impulso internazionale. È sbarcata in America e ha rafforzato i suoi legami con l`Europa. Coordiniamo, attraverso l`Istituto superiore di sanità, la maggior parte dei progetti europei del settimo programma quadro, e di molti altri ne facciamo parte, coordiniamo le linee guida europee sulle malattie rare e Lancet ha appena dedicato un editoriale alla lotta, fatta dai ricercatori dell`Istituto, al virus Chikungunya, diagnosticato e debellato dal dipartimento malattie infettive dell’Istituto, scongiurando un’epidemia. Ricerca, quindi, ma anche servizio e tutela della salute pubblica.

Ma questi sono solo i successi più recenti. E stata terminata con successo la prima fase di sperimentazione clinica del vaccino italiano contro l`Hiv, unico vaccino pubblico di quelli attualmente candidati. Il programma di ricerca sulle staminali gestito nel 2003-2005 ha prodotto circa 290 pubblicazioni realizzando quasi duemila punti di impact factor. Gli NIH americani, insieme ai laboratori dell’Istituto, attraverso un accordo siglato nel 2003, che prevedeva ricerca per le malattie della povertà, per le malattie rare, per la lotta contro il cancro e in molti altri ambiti ancora, hanno scritto altre pagine di scienza su riviste prestigio del calibro di Science, Cell, Nature.

In sette anni sono stati realizzati circa 40 brevetti che hanno fruttato 25 accordi industriali e appena un anno fa è stato creato nell`Istituto un laboratorio pubblico dedicato alla produzione di farmaci antitumorali che è attual- mente al lavoro per la sperimentazione clinica di vacci- ni contro il cancro. Proteomica e microRNA, frontiere tra le più innovative e rivoluzionarie nella lotta ai tumori, destinate probabilmente a cambiare lo scenario delle terapie contro il cancro sono parte integrante dei programmi di ricerca dell’Istituto superiore di sanità, molti dei quali in collaborazione con i più prestigiosi istituti di ricerca americani come il Kimmel Cancer Center di Filadelfia e gli stessi National Health Institutes. Questi sono solo alcuni dei fatti accaduti. Innegabili, al di là degli apprezzamenti o delle critiche.

Ed è solo per amore di verità, e per rispetto a quanti hanno duramente lavorato al conseguimento di questi risultati che ho il dovere di intervenire. Perché un conto è criticare le scelte, che possono essere diverse, e possono essere opinabili. Un conto è l’aggressione, gratuita, di chi non discute ma offende.