Il decesso nella mattinata di oggi. Lo ha annunciato Marco Pannella. Aveva 39 anni. Malato di sclerosi, lottava per libertà ricerca. Doveva essere capolista della Rosa del Pugno alle elezioni. Si è spento questa mattina Luca Coscioni, presidente dei Radicali e tra i principali animatori del referendum sulla fecondazione assistita. Aveva 39 anni. Il decesso è avvenuto nella mattinata, annunciato da Marco Pannella in diretta a Radio Radicale. La malattia che l’ha portato alla morte, l’oggi incurabile sclerosi laterale amiotrofica, nota come morbo di Lou Gehrig gli era stata diagnosticata negli anni Novanta: allora, insegnava Economia ambientale all’università di Viterbo e si stava allenando per partecipare alla Maratona di New York. «E’ una malattia neuromuscolare oggi incurabile, che rende chi ne è colpito paralitico e incapace di parlare con la propria voce», scriveva lo stesso Coscioni nel sito web lucacoscioni.org. «Oggi, grazie alla scienza, posso di nuovo comunicare. Impiego mediamente 30 secondi per scrivere una parola, che poi verrà letta dal sintetizzatore vocale del computer grazie al quale posso parlare, esprimermi. In una parola, vivere». Coscioni, che comunicava grazie a un sintetizzatore vocale, è stato un simbolo della battaglia per la libertà di ricerca scientifica. Obiettivo portato avanti dall’Associazione che ha il suo nome, fondata il 20 settembre del 2002, schierata in prima linea contro il divieto di ricerca sulle cellule staminali embrionali. La sua candidatura alle elezioni politiche del 2001, in nome della libertà di ricerca scientifica, fu sostenuta da una cinquantina di premi Nobel. Non fu eletto, e nel 2002 fondò l’associazione che porta il suo nome, con «lo scopo di promuovere la libertà di cura e di ricerca scientifica, l’assistenza personale autogestita e affermare i diritti umani, civili e politici delle persone malate e disabili».
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