Dolce morte con giallo per i Downes

Mauro Bottarelli

Sir DownesLondra. Era dai tempi della partecipazione della Gran Bretagna all’Ella che il Regno Unito e la Svizzera non avevano rapporti così stretti. Ormai tra Londra e I cantoni elvetici esiste un vero e proprio via vai, essenzialmente di due categorie: gli hedge fund, spaventati dall’aliquota monster applicata dal governo Brown e dalle restrizione draconiane impostate dell’Ue e i malati terminali in cerca della "dolce morte". I primi puntano su Ginevra, i secondo su Zurigo, precisamente la clinica Dignitas dove venerdì 10 luglio si sono spenti il famoso direttore d’orchestra Sir Edward Downes e sua moglie,

l’uno ormai praticamente cieco e sordo, l’altra in fase terminale per un cancro. Hanno deciso di morire insieme, di porre fine a un vita ormai di sofferenze l’uno accanto all’altro come avevano fatto per 54 anni di matrimonio: ad annunciare il decesso e le sue modalità, i figli, Caractacus e Baudicca, che hanno confermato che i due si sarebbero spenti «serenamente». Insomma, altri due britannici hanno scelto di bypassare la burocrazia di Sua Maestà e morire in Svizzera, assistiti e coscienziosi della propria scelta. In un primo tempo si era diffusa la notizia che Lady Downes avesse scelto di seguire la volontà del marito pur non avendo seri problemi di salute, quindi unicamente per un estrema prova d’amore per l’uomo che le era stato accanto per oltre mezzo secolo: dopo qualche ora di dubbio che avrebbe scatenato ulteriori polemiche è invece giunta la conferma, certamente non sufficiente a neutralizzare la contrarietà a prescindere del fronte anti-eutanasia, della malattia in stato terminale. Una scelta d’amore e consapevolezza per qualcuno, un suicidio assistito e illegale in piena regola per altri. Ma se altri casi di "turismo della morte", come quello del giovane rugbista che aveva preferito la morte a una vita inchiodato nel letto lontano dai campi di gioco, aveva colpito l’emotività della nazione, in questo caso anche la notorietà del protagonista depone a favore di una polemica che non si esaurirà in poche ore. Sir Edward, nativo di Birmingham, è stato infatti direttore associate della Royal Opera House, dirigendo 950 messe in scena di 49 opere a Covent Garden, il tempio della lirica Britannica.

Investito del titolo di direttore dell’Australian Opera nel 1970, diresse il primo concerto in assoluto alla Sidney Opera House. Noto per i suoi enormi sforzi nella promozione della musica britannica e per la diffusione della lirica, è stato per anni direttore della Bbc Philhamlonic, di cui era divenuto negli anni Novanta direttore emerito. Insignito nel 1986 del titolo di Cbe e del cavalierato nel 1991, Downes non poteva sopportare l’atroce oltraggio che la vita stava compiendo ai suoi danni: lui, un uomo che viveva per la musica, costretto al silenzio dalla quasi totale sordità. Senza contare l’ulteriore onta della cecità, quello spegnersi innaturale della luce che trasforma la vita in un chiaroscuro senza senso e profondità. Tutto questo è finito venerdì in una clinica di Zurigo, due cuori che hanno battuto all’unisono per 54 anni hanno smesso all’unisono di darsi musica per far danzare la vita, come scriveva Céline in Viaggio al termine della notte. Non ci saranno funerali, né pubblici né privati. Solo silenzio, come alla fine di una rappresentazione quando gli applausi hanno riempito l`aria e il teatro si svuota. Dissolvenza, titoli di coda. Per le polemiche, immancabili, ci sarà tempo. Ora, solo silenzio, il più grande martirio per chi ha vissuto di musica.