Quando l’ospedale si riempie di gente per la visita ai ricoverati e il via vai di auto nel parcheggio aumenta, scatta un’ emergenza. E’ quella dei disabili in auto, in cerca disperata del loro spazio riservato. E spesso è una ricerca vana, piena di rabbia: il più delle volte, infatti, gli spazi sono occupati da chi non ne ha diritto. In barba alle più elementari norme di civiltà e buon senso (oltre che del codice della strada) c’è chi parcheggia al degli invalidi e lo fa con tanta nonchalance.
Mancano pochi minuti alle 13, è domenica, giorno di festa per molti, ma non per tutti. Il via vai all’ Umberto I aumenta con l’avvicinarsi dell’ora riservata alle visite. Le auto salgono e scendono per il parcheggio. Il solito tran tran qualche colpo di clacson sparato qua e là di chi si trova la strada ostruita. Sono auto di "normali", piccole, medie, di lusso. Ma ci sono anche le auto dei disabili. I cinque posti alla destra dell’ingresso principale dell’ospedale sono tutti occupati. Un uomo si sbraccia dalla sua vettura, richiama l’attenzione dei presenti e del personale di vigilanza. In mano ha qualcosa: è il tesserino per disabili, quello che gli dà diritto a posteggiare proprio lì, davanti all’ingresso. Ed è lì che vorrebbe andare. Ma posti liberi non cene sono.
Continua a sbracciarsi, mostra ancora il tesserino, ma è tutto vano. La scena si svolge nell’indifferenza dei più. Alzate di spalle. Come dire "trovati un altro posto". Ma il posto ci sarebbe, peccato che è occupato. Dei cinque stalli riservati ai disabili in tre è esposto regolarmente il tesserino. Ma sulle altre due auto c’è qualcosa che non va. Il tesserino manca e non è una dimenticanza. Su una fa bella mostra di sè quello dell’ordine dei medici. Nell’altra c’è un cartello bianco con una scritta in bella evidenza fatta al computer: indica un ufficio dell’ospedale al quale rivolgersi. Come e il disabile di turno potesse lasciare il sui mezzo in seconda fila, recar- si nel reparto in questione chiamare il "furbetto" di turno, invitarlo a cercarsi un altro posto e a lasciare quello riservato ai disabili a chi lo è realmente e ne ha diritto.
Eppure ieri era domenica e non c’era nemmeno la scusa di dover pagare il ticket nel vicino parcheggio blu del monumento, in piazza dei Tre martiri toscani, peraltro a quell’ora completamente vuoto. Nel frattempo l’automobilista che si sbracciava con il tesserino per disabili in mano non c’è più: è alla ricerca di un altro posto, di quelli normali che, però, data l’ora, non si trovano. Ma quella dei parcheggi all’ospedale non è l’unica odissea per i disabili di Frosinone, spesso alle prese, oltre che con i posti auto riservati occupati impropriamente, con barriere architettoniche e auto parcheggiate sui marciapiedi.
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