Disabili costretti a file estenuanti con menomazioni irreversibili o con disabilità permanenti.
Disabili costretti ogni anno a sottoporsi ad una lunga, inutile, replica per sentirsi raccontare sempre la stessa storia, quella che purtroppo già si sa. Ma una legge varata nel 2006, entrata in vigore da un anno, e un successivo decreto, vennero in loro aiuto individuando 12 condizioni patologiche per le quali si è esclusi da qualsiasi visita di controllo. Parliamo della legge 80, che prevede un ingente piano straordinario di verifica delle invalidità civili ma che numerose Regioni non conoscono o ignorano oppure si limitano ad applicare con il contagocce. Fanno eccezione Valle D’Aosta, Sardegna, Liguria. Fanalino di coda è l’Umbria: il 65% delle Asl interpellate ignora il decreto. E’ chiaro che la mancata o parziale attuazione della legge 80 comporta costi burocratici che prevedono: sospensione per un lungo periodo dell’assegno, aggravio di spesa per la Pubblica amministrazione, Asl costrette a rimborsare gli assistiti e con gli interessi. Queste le conclusioni a cui è giunta l’ Associazione nazionale infezioni osteoarticolari (Anio) secondo cui da quando il cittadino presenta la sua istanza, riesce a intascare la somma dopo circa 700 giorni. E intanto?
Al fine di far luce su questo iter burocratico, i Deputati Radicali del Pd hanno presentato al Ministro del Welfare un’interrogazione parlamentare: prima firmataria Maria Antonietta Farina Coscioni della Commissione Affari Sociali.
“Nei due anni in cui l’assistito non usufruisce dei benefici,pur avendone diritto- dichiara – il malato dipende in tutto e per tutto dal welfare. Inoltre i numerosi contenzioni legali cui seguono sentenze favorevoli agli invalidi vedono i costi per l’Inps salire di 3.000 euro per spese giudiziarie e legali. Il meccanismo distorto scatta nel momento stesso in cui viene presentata dal cittadino l’istanza che se va a buon fine permetterà al richiedente di intascare la somma dopo appunto 700 giorni. Come dire che i 3.500 euro annui, raddoppiati e rivalutati con il tasso d’interesse dell’ultimo mese, diventano 9.000 euro. Praticamente il triplo”.
I Deputati Radicali,con la loro interrogazione, chiedono dunque al Ministro di sollecitare l’Inps, l’ente tenuto ad avviare le procedure di verifica e a occuparsi dell’intero iter, domandando alle Asl gli elenchi dei cittadini beneficiari e la relativa documentazione. Valutata la quale è sufficiente redigere un verbale da cui risulterà il diritto o meno del cittadino all’esenzione.
Meccanismo semplificato, peso burocratico smorzato, tempi ridotti. Tutto per un unico chiaro fine:rispettare la dignità dei disabili e prevenire gli sprechi delle Istituzioni.