“Così la scienza aiuterà a guarire quelli che non possono avere figli”

di Elena Dusi
ROMA Fulvio Gandolfi, professore di anatomia ed embriologia all’università di Milano, si occupa di cellule staminali.

Qual è l’aspetto innovativo di quest’ultimo esperimento?
“Non è la prima volta che da cellule staminali si ottengono spermatozoi ed ovociti. La novità è l’aver usato queste cellule per la fecondazione. E aver dimostrato che sono in grado di generare degli individui in grado di arrivare a termine della gravidanza, crescere e raggiungere l’età adulta”.

Sembra però che questi topolini abbiano avuto problemi di salute. Il loro sviluppo ha seguito tappe anomale e la respirazione mostrava delle défail-lances.

“Questi fenomeni sono inevitabili quando si riproducono in vitro fenomeni cosi complessi. In questo caso la trasformazione delle staminali in spermatozoi è avvenuta in maniera molto accelerata. Appena settantadue ore, quando gli esperimenti analoghi condotti in passato avevano impiegato circa tre settimane. E in effetti nello studio di cui parliamo oggi si legge che ci sono state ripercussioni negative sul Dna”.

Siamo più vicini all’uso delle cellule staminali per la cura dell’infertilità maschile?

”Credo che ci sia un equivoco di fondo. Non progettiamo ricerche di questo tipo per ottenere spermatozoi con cui curare l’infertilità maschile. Anche perchè le cellule staminali provengono da un embrione, che è per forza un individuo diverso dall’aspirante papa. La ricaduta sulla salute umana di questi studi è indiretta. Il successo di questo esperimento è stato poter osservare direttamente il delicato meccanismo di sviluppo di uno spermatozoo. Capire cosa succede, quali sono i geni coinvolti e come interagiscono fra loro è la vera chiave per curare l’infertilità maschile. E in questo senso la ricerca pubblicata su Developmeotal CelI è veramente importante.”

C’è bisogno di ricorrere a metodi sofisticati come le staminali embrionali per capire come si sviluppa uno spermatozoo?

“In realtà sì. Sono fenomeni difficili da studiare, perchè avvengono all’interno di un embrione o di un feto. E invece usando le staminali in laboratorio possiamo percepire tutte le regolazioni fini che avvengono a livello genetico. Visto che le forme più gravi delle infertilità maschili sono causate dalla carenza di spermatogoni, che sono i precursori degli spermatozoi, capire quali sono le tappe dello sviluppo di queste cellule avrà ricadute pratiche molto più rapide rispetto all’uso delle staminali”.