Cattolica, ricerca a rischio per i tagli

Graziella Melina

A rischio l’attività di ricerca della Cattolica di Campobasso. Il taglio del 45 per cento dei fondi annuali decisi dalla Regione ricadranno infatti oltre che sulle cure ai pazienti anche sugli studi condotti nei laboratori del Centro di Ricerca e Formazione ad Alta Tecnologia nelle Scienze Biomediche "Giovanni Paolo II".

«E’ ovvio che la riduzione del budget, intesa nel suo complesso – precisa il direttore Savino Cannone – possa incidere notevolmente sull’attività di ricerca. Un Centro di ricerca e formazione ad alta specializzazione come la nostra struttura ha bisogno certamente di molta ricerca di base che con ulteriori studi possa divenire ricerca applicata, pertanto clinica, per essere utilizzata dopo l’iter di rito per il trattamento e la cura della patologie dei nostri pazienti». Nei laboratori del Centro di eccellenza della Cattolica vengono condotte ricerche anche sulle staminali.

«Siamo stati i primi a fare trapianti di cellule staminali qui in Molise. L’impiego terapeutico in ambito ematologico oggi è una realtà continua quotidiana», spiega Sergio Storti, direttore dell’Unità operativa di Oncoematologia. In queste attività «abbiamo cercato di coinvolgere gli ospedali pubblici molisani. Con l’ospedale Cardarelli abbiamo un rapporto costante. Noi abbiamo trasferito le nostre competenze e abbiamo dato modo di valorizzare le loro professionalità». Notevoli i risultati raggiunti nell’uso sperimentale delle staminali adulte autologhe: in 6 casi cardiaci e 12 vascolari, sottolinea Francesco Alessandrini, direttore del Dipartimento di malattie cardiovascolari «sono state prelevate dal midollo osseo e reimpiantate fresche senza trattamento farmacologico né coltura». Ed è stata così riattivata la rigenerazione microvascolare non più possibile con i metodi tradizionali.

 

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