IL SOGNO? Fare come Gianna Nannini e diventare mamme a 50 anni. Si innalza, in Italia, l’età media delle donne che si sottopongono alla procreazione medicalmente assistita (pma). Nel 2008 era 35,9 anni, nel 2009 è passata a 36,2. In tutti i casi superiore al dato europeo che, per il 2006, si fermava al 34,3. In questo senso vanno anche le statistiche sulle pratiche di pma: il 28,2% è stato effettuato su pazienti over 40.
L’ESAME DELLA SITUAZIONE si evince dalla relazione annuale del ministero della Salute al Parlamento che è stata presentata a Roma nei giorni scorsi. Nonostante l’innalzamento dell’età aumenti i rischi, sono sempre di più le gravidanze ottenute con questa tecnica e aumentano i bimbi nati vivi. La percentuale delle gravidanze non andate a buon fine è del 42,5% tra i 40 e i 42 anni e tocca la punta del 65,2% oltre i 42 anni. Nel 2009 sono venuti al mondo 10.819 piccoli con l’aiuto della provetta mentre nel 2008 erano stati 10.212. Su tutti i nati italiani i neonati arrivati grazie alla pma rappresentano il’1,9% in progressivo aumento.
Tutto questo dimostra, secondo la sottosegretaria alla Salute, Eugenia Roccella, che "la legge 40 funziona; tutti gli indicatori sono positivi, dall’aumento delle coppie che si sottopongono a pma, i cicli iniziati, le gravidanze ottenute e i bimbi nati".
IN AUTUNNO saranno pronte le nuove linee guida della legge 40 e, inoltre, saranno resi noti a breve i dati relativi ai Centri dove si pratica la procreazione medicalmente assistita. In Italia operano 350 strutture di cui 130 pubbliche e 193 private. Attraverso uno studio sui cicli effettuati ogni anno, le tecniche praticate e le percentuali di successo, verranno stilate delle "pagelle" delle strutture. Le nuove linee guida dovranno tener conto della sentenza della Corte Costituzionale del 2009 che dichiarò illegittimo "un unico e contemporaneo impianto comunque non superiore a tre" di embrioni.
DA ALLORA in poi in Italia è aumentato di dieci volte il numero degli embrioni congelati. E’ passato da 763 del 2008 ai 7337 del 2009, su un totale di 99.258 embrioni formati. Contrazione, invece, per quanto concerne il congelamento degli ovociti: dal 12% nel 2008 di prelievi, in cui si congela parte degli ovociti, al 9,9% del 2009. "La crioconservazione degli ovociti è una tecnica – ha sottolineato la Roccella – in cui l’Italia è diventata un paese d’élite, che non presenta problemi etici né di possibili contenziosi legali. Sarebbe un peccato se scomparisse, anche perché non è dimostrato che gli esiti della pma migliorino con la crioconservazione degli embrioni". Un altro degli effetti prodotti dalla sentenza della Consulta è nel numero di embrioni trasferiti: il 2,6% di trasferimenti ha riguardato 4 embrioni, cosa prima vietata. Sono inoltre calate le gravidanze trigemine, scese dal 3,4% del 2008 al 2,4% del 2009. Dai dati presentati emerge un aumento del successo delle gravidanze da scongelamento di ovociti, passate dal 10,9% del 2007 al 14% del 2009, mentre è calato quello delle gestazioni ottenute da embrioni congelati: dal 20,5% del 2008 si è passati al 17,4% del 2009.
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