Un tema delicatissimo come il fine vita ha fatto e farà sempre discutere. Figurarsi adesso, una manciata di ore dopo l’approvazione da parte della Camera del disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, che esclude – salvo casi particolari – la sospensione di alimentazione e idratazione per le persone in stato vegetativo. Il sì ha scatenato le reazioni contrapposte del mondo cattolico (favorevole) e del mondo laico-radicale (contrario). L’Udc, che ha votato sì assieme alla maggioranza, è soddisfatta per la larga convergenza. "E una legge che -ha detto Paola Binetti, deputata Udc – lascia al paziente la libertà di esprimersi. Al medico può chiedere tutto, tranne che gli venga tolta la vita. Chi somministra la terapia deve avere il consenso del malato". Di tutt’altro parere il segretario di Radicali Italiani Marco Cappato: "È violenta e anticostituzionale. Impedisce il testamento biologico e lascia le decisioni ai medici. Va anche contro l’opinione pubblica. Prima di parlare di referendum, c’è ancora tempo per fermare una legge che l’80% degli italiani non vuole".
Le novità Ma cosa cambia negli 8 articoli del testo, che ora dovrà tornare al Senato per il sì definitivo? Se il malato terminale è nel pieno delle facoltà mentali, non cambia nulla: potrà sempre
scegliere se accettare o meno la terapia. Se invece il malato terminale è in uno stato di incoscienza permanente, e non è quindi nelle condizioni di scegliere se farsi curare o meno, il medico può tenere in considerazione l’eventuale Dichiarazione anticipata di trattamento (Dat) fatta dal paziente prima di perdere coscienza. In presenza di un malato incosciente e senza Dat (o con le volontà riferite solo a voce), tutto è nelle mani del medico. Più in generale, la nuova norma sembra proprio rafforzare il ruolo dei medici, che dovranno sempre valutare in "scienza e coscienza"; dalle Dat, inoltre, è esclusa la sospensione di alimentazione e idratazione.
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