Per la maggioranza è un argomento di campagna elettorale anche questo e c’è da giurare che lo sfrutterà tutto. E non solo la maggioranza. Con Pdl e Lega, infatti, anche l’Udc punta a usare il testamento biologico come argomento forte per accaparrarsi il voto dei cattolici. Sulla pelle, viene da dire, di tutti gli altri.
Il biotestamento, così come previsto dal ddl Calabrò approvato dal Senato l 26 marzo del 2010, approda oggi nell’aula di Montecitorio per la discussione finale, mentre fuori dal palazzo a partire dal pomeriggio i medici della Cgil insieme a numerose associazioni terranno un sit in per protestare contro “una legge che impone ai medici di non rispettare la volontà dei cittadini”. I tempi della discussione verranno fissati dalla riunione dei capigruppo prevista sempre per oggi, ma governo e maggioranza hanno già anticipato di voler fare in fretta. Salvo sorprese, dunque, al massimo giovedì l’aula potrebbe licenziare definitivamente il testo in modo da poter sfruttare la nuova legge in vista del ballottaggi.
“C’è un clima di crociata integralista”, denuncia Nichi Vendola lamentando l’impossibilità di poter svolgere una discussione ragionevole su un argomento così delicato. “Personalmente – prosegue il leader di Sel – vorrei essere libero di decidere come oltrepassare la ‘linea d’ombra è non trovarmi prigioniero di un accanimento terapeutico che non rispetta la mia idea della vita”. “Una legge pessima – gli fa eco Antonio Palagiano, responsabile sanità dell’Italia dei valori – che viola apertamente i diritti sanciti dalla nostra Costituzione”.
L’ultimo colpo che peggiora ulteriormente un testo di per sé già discutibile, è arrivato ieri in commissione
Affari sociali con l’approvazione di un emendamento presentato dal capogruppo del Pdl Luca Barani che svuota ulteriormente il testo stabilendo come il paziente possa dare solo un orientamento al suo medico perché gli vengano evitate terapie mediche “sproporzionate o sperimentali”. Un limite per altro già previsto dalla legge. E come se non bastasse un altro paletto alla legge arriva da un secondo emendamento di Barani che restringe ancora di più la platea di chi potrà usufruire del biotestamento, limitandola a chi abbia perso “in modo permanente” le capacità di intendere e di volere. “A questo punto andando dal medico si può solo dare una indicazione squisitamente orientativa”, accusa la democratica Donata Lenzi. “La maggioranza la smetta di prenderci in giro e dica che non vuole la legge”.
Salvo modifiche al calendario l’aula dovrà esaminare in poco più di un giorno più di 2.500 emendamenti presentati dai vari gruppi. “Dall’aula mi aspetto un atteggiamento positivo, anche dall’opposizione, anche da chi non ha fede e si muove secondo principi di etica comune”, dice il relatore Domenico Di Virgilio (Pdl).
Di atteggiamenti responsabili, per la verità, fino a questo momento la maggioranza non ne ha fatti vedere molti; cercando anzi di limitare al massimo il dibattito e imponendo le sue scelte grazie anche al sostegno dell’Udc. Tra i punti della legge più discussi c’è il mancato riconoscimento di alimentazione e idratazione come terapie, che però potranno essere sospese se dovessero risultare dannose per il paziente, l’obbligo di esprimere le Dat, le Dichiarazioni anticipate di trattamento, solo in maniera scritta o dattiloscritta e con la firma autografata del paziente (esclusi quindi i video e le ricostruzioni postume) e la libertà di decisione per il medico curante, il quale potrà ignorare la Dat del paziente e decidere secondo la sua volontà, prescindendo anche dal parere espresso dal collegio dei medici. Tutti vincoli lontani anni luce dalle richieste avanzate in questi anni da quanti vorrebbero libera scelta su come terminare la propria vita. “Questo governo ha speculato su un tema delicatissimo – commenta Palagiano – usurpando il ruolo del Parlamento e calpestando la dignità di quanti, nel nostro Paese, invocano una legge sul biotestamento degna di questo nome”.