Come previsto, comincia oggi, qui in Italia, l’utilizzo in regime "ordinario" della pillola abortiva: la prima somministrazione avviene oggi al Policlinico di Bari, dove le confezioni di Ru486 sono arrivate proprio questa mattina. Finora, nel nostro Paese, la diffusione c’è stata solo in via sperimentale: in tutto 196 donne solo nella struttura pugliese, e 1.800 in tutta la Penisola, ne hanno fatto uso.
La paziente che la prenderà oggi a Bari è una giovane donna le cui condizioni permetterebbero il trattamento. Viene sottoposta a ricovero ospedaliero ordinario per tre giorni. L’Ru486 va somministrata entro sette settimane a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Complessivamente il trattamento prevede l’assunzione di tre pillole, che compongono la dose necessaria per provocare l’aborto. La giovane donna "ha già fatto tutte le analisi necessarie" – afferma Nicola Blasi, responsabile delle interruzioni di gravidanza della prima Clinica Ostetrica del Policlinico di Bari – e quindi "può sottoporsi subito al trattamento". "E’ mio dovere – aggiunge – tutelare la privacy della mia paziente e quindi non fornire indicazioni che la riguardano".
Intanto, anche nel resto d’Italia, si attendono anche nuove indicazioni che arriveranno dal ministero della Salute, come annunciato la scorsa settimana in forma di un protocollo unitario. All’ospedale Sant’Anna di Torino – il primo a sperimentarla in Italia – la Ru486 non si è ancora vista. E la stessa cosa può dirsi anche per gli altri ospedali piemontesi, ha denunciato il ginecologo radicale Silvio Viale, noto per aver avviato cinque anni fa la sperimentazione della pillola. "Ho ordinato 50 scatole, il fabbisogno di due mesi circa, ma dal Sant’Anna la richiesta non è ancora partita", protesta Viale. Il neogovernatore del Piemonte, il leghista Roberto Cota, appena eletto aveva annunciato di voler fermare la pillola nella Regione.
Anche a Milano, dalla Clinica Mangiagalli, sono partiti ieri i primi ordinativi per la pillola. In Toscana, infine, sono previsti per domattina i primi arrivi della Ru486 nel magazzino farmaceutico centralizzato di Migliarino (provincia di Pisa) dell’Ente per i servizi tecnico amministrativi di Area vasta (Estav), che serve 18 ospedali toscani fra Pontremoli e Portoferraio.
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