<b>20 Giugno 2003</b> – BOLOGNA – "Non e' il primo caso in assoluto e poi non mi sembra che ci siano dei problemi nè per quanto riguarda la salute del bambino che è nato, nè per quella del suo fratellino". Carlo Flamigni (foto), ordinario di ginecologia all'Università di Bologna, smorza i toni di una possibile polemica a proposito della nascita in Gran Bretagna del bambino selezionato geneticamente per poter donare le sue cellule staminali al fratellino, nella speranza che questo possa rappresentare una possibilità di salvezza dalla rara malattia che lo affligge. "In questo caso il bambino è nato per poter donare al fratello delle cellule staminali il cui prelievo non avrà alcuna conseguenza negativa sulla sua salute. Sarebbe stato invece del tutto diverso il discorso se il piccolo fosse stato selezionato per la donazione di organi come per esempio i reni. In quel caso ci troveremmo di fronte ad una scelta molto più problematica". Del resto quella della selezione degli embrioni pre-impianto è una tecnica ormai collaudata che si sta diffondendo soprattutto per quanto riguarda la prevenzione dal rischio di trasmissione al figlio di malformazioni di carattere genetico. "Ormai – dice Flamigni – esistono almeno un centinaio di centri in tutto il mondo in cui si ricorre alla selezione dell'embrione prima di impiantarlo nell'utero".
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