E’ l’iniziativa simbolica proclamata oggi a Roma, durante una conferenza stampa dai rappresentanti degli specialisti in interruzione volontaria di gravidanza, che chiedono un incontro urgente con l’assessore alla Sanita’ regionale Augusto Battaglia per trovare soluzioni ai problemi che pesano sull”universo aborto”.
Fino ad oggi gli ospedali aderenti sono otto: San Camillo, San Filippo Neri, San Giacomo, San Giovanni Addolorata, Santo Spirito, ospedale di Genzano, Policlinico Umberto I e il Sandro Pertini. Ma non e’ da escludere che se ne aggiungano altri. L’obiezione di coscienza e’ attiva dopo un mese dalla sollevazione della stessa. In questo caso, gli operatori laziali aderenti hanno presentato la dichiarazione il 7 giugno scorso. “Dal 7 luglio dunque – evidenzia Giovanna Scassellati, ginecologa responsabile del reparto Ivg (interruzione volontaria di gravidanza) del San Camillo di Roma – ci potranno essere difficolta’ a sottoporsi ad un aborto in queste strutture, se l’assessore non ci ricevera’ il prima possibile”.
Ed ecco le richieste inoltrate dagli operatori sanitari ed elaborate in occasione di una riunione avvenuta il 30 maggio scorso all’ospedale San Camillo di Roma: prima di tutto risolvere il problema delle liste d’attesa, che si e’ aggravato negli ultimi tempi.
“Capita che alcune donne – spiega Mirella Parachini, ginecologa del San Filippo Neri intervenuta come relatrice alla conferenza di oggi – facciano la prima visita alla quarta-quinta settimana di gravidanza, e che il loro turno per l’intervento arrivi al limite della dodicesima. In questo modo aumenta il rischio di complicazioni in sala operatoria, direttamente proporzionale all’epoca gestazionale”.
In secondo luogo, la ricognizione da parte della Regione delle strutture ospedaliere ed extra ospedaliere che applicano la legge 194. In particolare – chiedono gli operatori – serve individuare le strutture che non effettuano il servizio e non propongono nessuna soluzione (in contrasto con l’art. 9 della normativa) e fare una ricognizione dei numeri di posti letto dedicati e del numero di interventi effettuati nelle strutture attive. Inoltre, e’ urgente chiarire i compiti del Centro di coordinamento regionale e l’adeguamento degli strumenti per attuarli.
Ultimo in ordine di elenco, ma non certo di importanza, l’introduzione dell’aborto farmacologico con mifepristone (Ru486) nel Lazio, su modello di altre Regioni italiane. L’assessore Battaglia ha fatto sapere di aver fissato una data, il 27 giugno, per l’incontro con i rappresentanti degli operatori della 194. “Pensiamo che sia troppo tardi – dice Parachini – e’ necessario intervenire prima, anche perche’ non intendiamo, con la nostra manifestazione ‘simbolica’, far saltare nemmeno un intervento di interruzione di gravidanza”.