Gli ANKONAUTI sono un gruppo di ragazzi di Ancona e dintorni, 4 di cui sono candidati alle prossime elezioni comunali di Ancona. Loro che sono indipendenti e slegati da ogni logica di partito, hanno fatto loro l’impegno di agire nelle politiche per il sostegno in tutte le sue forme a persone disagiate, disabili o che comunque hanno bisogno di assistenza e per l’attuazione di un’anagrafe di un testamento biologico ad Ancona.
Ieri pomeriggio dalle ore 18.00 il Museo Omero ci ha ospitato e riparato tra le sue statue. Fuori la pioggia, la grandine, la Natura nella sua violenza e dentro noi a parlare di salute. L’idea era di esporre in sintesi il nostro concetto di Salute nel senso più ampio del termine, una concetto che abbraccia l’esistenza tutta dalla nascita alla morte passando per le fasi della crescita che si succedono nella vita.
Come ha spiegato Danilo Tittarelli abbiamo in mente una politica della salute che sia “sufficientemente buona”, concetto preso in prestito da Winnicott che lo attribuiva alla madre nella sua relazione madre-bambino. Come una madre che non può essere perfetta ma, per garantire la crescita sana del figlio deve essere, appunto, “sufficientemente buona” così immaginiamo la politica della salute nella nostra città. Una politica che garantisca a tutti l’assistenza minima, che fornisca gli strumenti per operare scelte difficili, che segua e tuteli i propri cittadini nello svolgersi delle loro vite. A partire dalla possibilità di mandare i propri figli prima all’asilo poi a scuola, dall’attenzione verso il disagio dei giovani alla prevenzione delle dipendenze, dalla tutela delle giovani coppie e delle famiglie di ogni forma, dalla garanzia della cura e della scelta della cura, dalla garanzia di una vecchiaia dignitosa e di una buona morte.
Paolo De Cecco ha approfondito l’aspetto legato alle persone con gravi deficit sensoriali e motori ed alle diverse possibilità esistenti per consentire a queste persone di comunicare e di entrare in contatto con l’esterno. Un mondo vastissimo di opportunità alla portata di pochi. Un Comune attento non può lasciarsi sfuggire queste opportunità. L’opportunità di riportare all’interno della propria cittadinanza, tramite il coinvolgimento e la partecipazione, tutte quelle persone che ne sono escluse non tanto per la natura della propria malattia ma per la carenza di supporti adeguati.
Infine Stefano Pagliarini ci ha parlato di un altro aspetto, doloroso ma reale, di questa stessa “medaglia”. Ribadendo la necessità di agevolare e sostenere le situazioni di disagio e di difficoltà per garantire loro la migliore autonomia possibile, proprio nell’ottica di una libertà individuale di scelta circa la propria esistenza, Stefano ha poi evidenziato l’importanza del testamento biologico.
Nel momento in cui la “cosa pubblica” assolve al proprio compito di tutela e garanzia non ha più necessità di invadere ciò che appartiene alla “cosa privata” e riesce a tollerare che il cittadino sia una risorsa e non un bene, una proprietà.
Il nostro incontro si è concluso quando è uscito il sole. Segno di buona speranza.
La nostra speranza rimane, infine, quella che come una madre “sufficientemente buona” è tale nel rapporto duale con il proprio bambino così una politica può essere “sufficientemente buona” solo nel rapporto stretto e continuo con i propri cittadini. Il futuro è partecipazione.