Sì al rafforzamento delle cure palliative, ma non sia un pretesto per negare diritti

Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato

Il dibattito innescato in Toscana dalla discussione della nostra legge di iniziativa popolare sta già ottenendo il risultato di aumentare la consapevolezza di quanto sia importante dotarsi di buone regole per assistere chi soffre e aiutarne l’esercizio delle libertà fondamentali.

Nei giorni scorsi il dibattito, anche attraverso interventi come quello del Cardinale Augusto Paolo Lojudice, ha riguardato l’importanza del rafforzamento delle cure palliative e dell’assistenza. Su questo punto non ci devono essere ambiguità: come Associazione Luca Coscioni non siamo soltanto a favore di un forte potenziamento del sistema delle cure palliative, ma ci stiamo concretamente impegnando per far conoscere a migliaia di cittadini toscani il loro diritto a essere adeguatamente assistiti. Il nostro Numero Bianco sul fine vita, 06 99313409, è infatti attivo con 35 volontarie e volontari che danno indicazioni anche su come richiedere l’attivazione delle cure palliative.

È evidente che  non solo non c’è alcuna contraddizione tra cure palliative e diritto all’interruzione delle terapie e alla autosomministrazione di un farmaco letale (alle condizioni previste dalla sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale). Sono infatti entrambi parte dell’esercizio pieno del diritto all’autodeterminazione individuale. Sarebbe grave se le cure palliative fossero usate, tra una settimana, come pretesto per negare regole regionali che hanno il solo scopo di difendere diritti costituzionalmente garantiti, nelle modalità di legge già stabilite dalla Corte costituzionale.