Resoconto dell’incontro con Romano Prodi di Associazione Coscioni e Radicali Italiani

[inline:1]Su invito di Romano Prodi, si è tenuto oggi (alle 11, in Piazza SS. Apostoli) un primo incontro tra il leader dell’Unione e i rappresentanti dei soggetti radicali che, con lo Sdi e la Federazione dei giovani socialisti, hanno costituito la Rosa nel pugno.

Della delegazione radicale hanno fatto parte Daniele Capezzone e Rita Bernardini (segretario e tesoriera di Radicali italiani), Marco Cappato e Maurizio Turco (segretario e tesoriere dell’Associazione Coscioni) e Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino.

“Siamo stati ricevuto dal leader dell’Unione Romano Prodi che finalmente si è accorto che ci sono i Radicali e la Rosa nel Pugno, rompendo un silenzio troppo lungo…. Noi ci siamo, difenderemo a testa alta la laicità dello Stato e l’innovazione economica. Certo, se son rose fioriranno. E vedremo se comincerà a fiorire qualcosa già oggi nella direzione dei Ds”. Lo ha detto Daniele Capezzone al termine di un incontro della delegazione di Radicali italiani con Prodi. “Abbiamo posto a Prodi – spiega Marco Cappato – il problema della legalità della campagna elettorale, di un intervento urgente sulla questione che può rendere impraticabile la presentazione di liste nuove come la Rosa nel Pugno, e su questo c’è un’attenzione”. “Non siamo andati da Prodi a chiedere, in termini di trattativa, per il movimento radicale – aggiunge Cappato – ma ad offrire degli obiettivi che possono produrre condizioni di legalità per la campagna elettorale e uno slancio per il successo che vogliamo di Prodi e dell’Unione”.

“Abbiamo posto a Prodi anche un’altra questione – riferisce Sergio D’Elia, segretario di ‘Nessuno tocchi Caino’ – chiedendo di esercitare la sua leadership per affrontare quella che noi consideriamo la prima e prioritaria questione sociale del paese: la non amministrazione della giustizia e la disastrosa situazione delle carceri”. “Abbiamo detto – aggiunge – che il provvedimento preparato ieri dalla commissione Giustizia della Camera è assolutamente inadeguato ad affrontare le due questioni cioè i nove milioni di processi pendenti che stanno uccidendo e soffocando i tribunali. E dall’altro i 70 mila detenuti che stanno in condizioni penose, condizioni condannate sistematicamente dalla giustizia europea per la violazione di diritti umani fondamentali. Gli abbiamo chiesto di intervenire perché sia modificato quel testo di legge che è un indultizio, che farebbe uscire dal carcere mille-duemila detenuti al massimo e quindi è una presa in giro. E di esercitare la sua leadership chiedendo con un atto di umiltà un incontro nelle prossime ore con il capo del governo perché su questo è in gioco l’ immagine dell’ Italia a livello internazionale, oltre la condizione di milioni di famiglie italiane che hanno a che fare con la giustizia”. Incalzato dalle domande dei giornalisti, Capezzone non ha voluto precisare se al leader dell’Unione fossero state poste delle obiezioni sulla bozza del programma diffusa ieri. “Se son rose fioriranno”, ha tagliato corto il segretario dei Radicali Italiani.