Emma Bonino, Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita
E’ una sequenza impressionante, quelle delle promesse non mantenute della Polverini. E’ sufficiente una rapida ricerca sul web per rendersi conto delle favole raccontate agli elettori del Lazio nel corso dell’ultima campagna elettorale, favole da cui non è estraneo, ovviamente, il Presidente Berlusconi.
Il 15 marzo, proprio quest’ultimo, garantiva, dagli schermi del TG4 che, solo in caso di vittoria della Polverini, avrebbe rinegoziato con lei il piano di rientro del deficit della Sanità del Lazio.
Il 25 marzo è la volta della Polverini che dichiara "siamo pronti a governare dal giorno dopo l’insediamento".
Il 26 marzo, è sempre la Polverini, alla ricerca degli ultimi voti, che riassumeva alla stampa gli obiettivi che avrebbe raggiunto nei primi 100 giorni del suo governo: diminuire la porzione incrementale della base imponibile dell’Irap e dell’Irpef dell’1%, mettere in campo risposte per risolvere l’emergenza abitativa; riorganizzare la sanità, senza il taglio di neppure un posto letto.
Le favole ora sono finite ed il suo consenso, guadagnato a suon di false promesse, rende il suo governo fragile. La giunta nominata non senza fatica, solo l’ultimo giorno utile, con due sole donne, è esposta alle pretese dell’UDC che condizionano la maggioranza in consiglio.
La nomina a commissario ad acta della sanità non ha offerto alcuna possibilità di rinegoziazione del piano di rientro; con la manovra di Tremonti il taglio di Irap ed Irpef è evidentemente cosa impossibile ed il taglio di posti letto appare inevitabile.
Abbiamo chiesto la convocazione di un Consiglio straordinario insieme al gruppo del Pd e agli altri gruppi di opposizione per discutere questi provvedimenti in materia di fiscalità e sanità che la Presidente Polverini sta per assumere, ma sin da ora ci chiediamo: la Polverini mentiva sapendo di mentire o non aveva studiato?