Procreazione: ora Strasburgo dia accesso universale. Il Governo intanto resta immobile

Dichiarazione dell’avvocato Filomena Gallo, vice segretario dell’Associazione Coscioni e Presidente dell’Amica Cicogna

“Accolgo con soddisfazione la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo di accogliere il ricorso presentato da una coppia italiana contro la legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita. Intanto il governo perde ulteriori occasioni per rimediare a vecchi errori che hanno dato vita ad una legge con fondamento solo ideologico priva di scientificità e legalità”Così Filomena Gallo a seguito della decisione di accogliere il ricorso di Rosetta Costa e Walter Pavan.
“Quando Strasburgo esaminerà la legge 40 del 2004, mi auguro che consenta un accesso universale alle tecniche di fecondazione assistita a tutti coloro che per avere un figlio hanno bisogno dell’aiuto della medicina, eliminando discrimini insensati e riconoscendo i diritti universali.
In Italia, la Carta costituzionale sancisce il principio di uguaglianza, il diritto alla cura, il diritto ad una famiglia e a scelte consapevoli e responsabili in materia genitoriale. Tali principi sono ribaditi anche dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo.
Tuttavia la legge 40 disattende tutto ciò.
Mi chiedo: se una coppia infertile può fare diagnosi preimpianto se portatrice di patologia genetica, perché una coppia fertile portatrice di patologia genetica non può accedere alla medesima diagnosi? Sono palesemente lesi il principio di uguaglianza e le norme di garanzie citate, dunque.
Dal 2004, una fetta di popolazione italiana costituita da coppie infertili, sterili e portatrici di patologie genetiche è stata derubricata dalla politica, perché il governo non ha inteso modificare la legge 40 in alcun modo. Solo tramite una difesa effettuata dai destinatari di questa legge i tribunali hanno modificato a tappe la norma. Ora siamo anche in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sul divieto di tecniche con donazione di gameti. E il governo resta a guardare.
Il tribunale di Salerno nel 2010 ha consentito l’accesso alle tecniche di procreazione assistita a coppie fertili portatrici di patologie genetiche; tuttavia tali  decisioni hanno valore solo per i singoli casi concreti, non hanno portata generale perché la legge 40 consente l’accesso alla PMA solo alle coppie infertili (e portatrici di patologie virali per linee guida dal 2008), quindi chi ha problemi di trasmissione di malattie genetiche ancora oggi è escluso da queste tecniche ed è costretto a rivolgersi ai tribunali italiani”.

 QUI per ascoltare l’intervista rilasciata dall’avvocato Filomena Gallo, vice Segretario dell’Associazione Luca Coscioni e Presidente di Amica Cicogna.