Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicali – Pd, segretaria commissione Igiene e Sanita’
La sottosegretaria all’Etica Eugenia Roccella prosegue senza pudore nell’opera di mistificazione della realta’ e dello stracciare le regole che non soddisfano i suoi personali principi, e lo fa con modi incompatibili con quelli delle democrazie. Il Governo per primo, come tutte le istituzioni, dovrebbe dare l’esempio che la legge si rispetta.
Esiste la legge 40/2004 -quella sulla procreazione medicalmente assistita- che pur essendo praticamente su misura per chi la vuole vietare e ostacolare (invece che su misura per i cittadini che la dovrebbero usare), lascia un paio di punti scoperti, piccole fessure nel muro dei divieti. Una riguarda gli embrioni prodotti prima dell’entrata in vigore della legge stessa, e in particolare quelli cosiddetti orfani che in base ad un decreto ministeriale dell’agosto 2004 dopo un censimento dovevano finire alla biobanca di Milano, dove in realta’ sono arrivati solo i soldi per allestirla. La responsabile del registro nazionale per la legge 40, del censimento e del trasferimento degli embrioni orfani e’ Giulia Scaravelli. Dopo l’entrata in vigore della legge 40 -se non in casi eccezionali e in quanto tali trattati- nel nostro Paese non si sarebbero più avuti embrioni sovrannumerari. Quest’anno arriva, preannunciata da sentenze di Tribunali ordinari, la seconda fessura: la sentenza della Corte Costituzionale che apre alla diagnosi preimpianto, e quindi si prevede che potranno venire a crearsi embrioni sovrannumerari. Alla sottosegretaria non piace nulla di tutto cio’, e in spregio alla separazione dei poteri e alla necessita’ che il Governo applichi le leggi, affronta di petto le due fessure: gli embrioni orfani non andranno a Milano, la sentenza della Consulta pur essendo da subito applicativa deve essere limitata nei suoi effetti. E crea una commissione composta da soli "amici", monocolore con questo compito. Avrebbe potuto chiedere una consulenza esterna a Scienza e Vita e forse si sarebbe risparmiato. Che senso avrebbe infatti escludere dalla commissione che si occupa degli embrioni la responsabile del registro della legge 40 e anche del censimento, la prof. Giulia Scaravelli? Mentre la sottosegretaria finge di stupirsi che giornalisti e parlamentari con atti di sindacato ispettivo chiedano conto dei criteri utilizzati per le nomine, potrebbe dignitosamente uscirne assumendosene la responsabilita’ politica, dichiarando fini ed obbiettivi e su questa base sottoporre il suo programma a valutazioni politiche e scientifiche. Non lo fa, quindi e’ solo un’operazione da sottopotere e da suburra di regime.