Le prestazioni alberghiere dei ricoveri in RSA non siano scaricate su Comuni e famiglie

Aborto farmacologico in regime ambulatoriale

Diciamo no all’emendamento presentato oggi al Senato sul Ddl “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria”

Sin dalla riforma istitutiva il Servizio sanitario nazionale (SSN), e via via con norme confermative e provvedimenti attuativi mai soggetti a ripensamento del legislatore, la legge italiana pone a carico delle Aziende Sanitarie i costi delle attività delle prestazioni sociosanitarie, anche nella loro componente socio-assistenziale laddove connessa con attività anche sanitaria.

Oggi, al Senato in Commissione all’esame dell’10a permanente con l’emendamento n. 13.0.400* (link) al disegno di legge recante Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria (A.S. 1241), si vuol sovvertire questo principio cardine dell’ordinamento in materia di tutela sanitaria, con l’obiettivo di accollare le spese cosiddette “alberghiere” delle rette di ricovero in RSA oggi in quota ASL, a carico dei soggetti fragili e delle loro famiglie, ossia in quota Comuni/utenza.

La questione è di particolare impatto economico per le prestazioni residenziali di lunga assistenza rese alle persone con disabilità grave o gravissima e anziani non autosufficienti con malattie cronico degenerative (come l’Alzheimer), che come noto necessitano di cure sia sanitarie sia assistenziali, in una unica e inscindibile soluzione.

In più, nella speranza di fermare i contenziosi in atto, si stravolge, con un cavillo di interpretazione autentica, una delle molte leggi che da circa cinquant’anni affermano il principio, in violazione del principio di separazione dei poteri.

Chiediamo che l’emendamento non sia approvato.

Spiace rilevare che ancora una volta con la proposta all’esame della Commissione sanità del Senato si affrontano i problemi del SSN in modo parziale e parcellizzato, senza preoccuparsi di disegnare una politica di sanità e di salute per il paese. Vengono esaminati singoli settori o problemi specifici al di fuori di una analisi del sistema sanitario generale, dei suoi equilibri, delle sue interazioni e del suo sviluppo ragionato e coordinato. Nel frattempo il ruolo di indirizzo e di controllo del Ministero della Salute è sempre più spento, rassegnato a fare da “mediatore” dei tanti interessi presenti nella sanità (a livello nazionale e regionale).

L’Associazione Luca Coscioni da decenni denuncia la mancanza di una politica di sanità e salute ed evidenzia la necessità di predisporre, presentare in Parlamento e approvare il Piano Sanitario Nazionale (l’ultimo è stato approvato il 7 aprile 2006!), vero strumento di programmazione nazionale pluriennale.

Chiediamo che dopo quasi vent’anni ci sia il coraggio di affrontare i problemi generali, prospettando nel tempo soluzioni e risorse adeguate. In conseguenza dei grandi cambiamenti demografici in atto da decenni va cambiata l’allocazione delle risorse, spostandole dal settore delle acuzie (ospedali) a quello della cronicità-disabilità-non autosufficienza. A livello di personale va colmata la gravissima mancanza di personale infermieristico, programmando un nuovo sistema di assunzioni per il prossimo decennio.

Occorre ricostruire le interazioni tra le diverse parti del sistema (medicina territoriale, centri ospedalieri, centri a bassa intensità di cure…) ridisegnando e rafforzando funzioni e poteri per un maggior equilibrio del sistema secondo le esigenze di cura e assistenza degli utenti.

E occorre recuperare il ruolo centrale di controllo sulla qualità e quantità dei servizi realmente disponibili sul territorio, migliorando il sistema di misura dei LEA (cosa servono i risultati se arrivano dopo oltre 2 anni di ritardo?).

Se invece le proposte di cambiamento vengono fatte al di fuori di una analisi del funzionamento del SSN come sistema, al di là delle migliori intenzioni, purtroppo si riveleranno inefficaci e dannose come in questo caso.

L’Associazione Coscioni ha da tempo avanzato proposte specifiche su tutte le principali criticità del SSN, inserendole in un quadro di generale rafforzamento del SSN come sistema (link): Proposte di governo delle criticità del Servizio sanitario nazionale (2024).