A proporlo è Silvio Viale, ginecologo torinese impegnato nelle battaglie per i diritti civili, dopo che 18 presidenti provinciali (Aosta, Bologna, Caserta, Catania, Ferrara, Lodi, Lucca, Messina, Mantova, Milano, Oristano, Palermo, Pavia, Potenza, Roma, Rovigo, Trapani, Trieste) con una lettera hanno criticato la posizione assunta dalla FNOMCEO in tema di direttive anticipate di trattamento. Silvio Viale, che fa parte dell’Associazione Luca Coscioni e di Exit.Italia e che aveva definito “un mezzo passo avanti” la posizione espressa dalla FNOMCeO a Terni, critica la lettera dei 18 e le dichiarazioni del presidente del’Ordine di Roma Mario Falconi.
Silvio Viale ha dichiarato:
“E’ curioso che sui temi etici si invochi l’unanimità dei presidenti provinciali, come fanno Mario Falconi e coloro che hanno risposto alla convocazione del PDL, perché questo significherebbe mettere la museruola ad ogni confronto ed imprigionarlo nei veti delle ideologie. E’ curioso che a dirlo sia Mario Falconi, l’attuale presidente dell’Ordine di Roma, e mi chiedo se sia lo stesso Mario Falconi, allora presidente della FIMG, che il 23-24 luglio 2002 intervenne al Convegno “DIRITTO A VIVERE – DIRITTO A MORIRE” voluto da ENZO BOGIORNO presso l’aula magna dell’Ospedale San Giovanni Calabita Fatebenefratelli. In quel convegno sull’isola Tiberina, organizzato da Cittadinanza con il patrocinio della World Federation of the Right to Die Societies, Mario Falconi assunse l’impegno di promuovere in autunno una grande discussione tra i medici di famiglia sull’eutanasia e la morte, che attendo tuttora. Non so cosa sia accaduto nel frattempo, ma il tentativo di limitare la portata della posizione espressa a Terni dalla FNOMCeO mi sembra in contrasto con quanto da lui affermato nel 2002. Poiché credo che il documento di Terni sia solo uno scontato mezzo passo avanti contro una legge che offende sia i medici che i cittadini, chiedo ai 18 firmatari della lettera di Roma di sostenere la mia proposta di un referendum tra i medici italiani. Se i 18 firmatari condividono e sostengono il DDL approvato dal Senato non dovrebbero temere di dirlo apertamente. D’altra parte, come potrebbero mai esserci posizioni unanime dei medici sull’aborto, sulla fecondazione assistita, sulle cellule staminali, sulla contraccezione di emergenza, sulla RU486, sull’eutanasia volontaria e su tant’altro se bastasse il potere di veto di alcuni per bloccare ogni risoluzione? ”