Mi è stato chiesto poco fa di fare un intervento. Sono Simone Penasa e sono un assegnista di ricerca in giurisprudenza all’universita’ di trento, quindi un po’ lontano da qui e mi occupo da un po’ di tempo di temi legati alla regolazione della scienza da parte del legislatore in particolare della procreazione medicalmente assistita.
Non so bene cosa devo dire, ma leggendo l’articolo che ci è stato inviato tramite l’associazione di qualche giorno fa, che è stato ripreso anche nella prima sessione, mi ha molto colpito e credo che quello sia un punto su cui insistere pro futuro in riferimento al concetto di una evidence based policy. Cioè la necessita’ che il decisore politico, sia esso il legislatore, sia esso come ormai spesso accade, il governo, nel momento in cui prenda decisioni che riguardino l’adeguatezza dei trattamenti medici, l’ammissibilita’ o meno di determinati tipi di ricerca scientifica, fra cui quello con le cellule staminali embrionali, debba tenere conto anche di quello che anche nella dottrina giuridica si inizia a chiamare come ragionevolezza scientifica delle decisioni prese a livello politico e legislativo. Perchè credo che questo sia un atteggiamento che sta iniziando a trovare delle sponde anche a livello della giurisprudenza.
In altri paesi, prima si diceva perchè per esempio nel regno unito, ma forse ce lo si aspetterebbe anche per cultura storia e tradizione, ma anche in paesi molto piu’ conservatori e piu’ vicini al nostro come retroterra come la spagna possono provocare certe tematiche divisioni ma, come dire, non provocano una divisione e un’incapacita’ di decidere a livello politico? Io credo che una delle ragioni sia anche il metodo che viene utilizzato da parte dei vari legislatori nazionali per arrivare a questo tipo di decisioni.
In spagna, in francia, per esempio, pensando alla ricerca con le cellule staminali, alla procreazione medicalmente assistita, che sono un po’ i temi sui quali non sono solo questi, ma soprattutto su cui l’italia in un isolato non so se splendido isolamento a livello europeo, questi paesi che hanno caratteristiche molto simili alle nostre adottano discipline diversissime rispetto alle nostre. La ricerca con gli embrioni è ammessa sotto determinate condizioni e determinati requisiti, sia in spagna, in francia, in belgio, quindi in una pluralita’ di paesi ormai amplissima. E la cosa interessante è che nello stesso regno unito questa disciplina non è un totale laissez faire. Anche nel regno unito che è l’esempio del paese piu’ liberale aperto ci sono limiti che sono anche dove esistono rigidamente controllati. Ogni ricerca in materia di cellule con l’utilizzo di cellule embrionali, nel regno unito, in spagna e in francia, quindi in paesi molto diversi fra loro, sono ammesse, a condizione che siano autorizzate da un organismo che abbia le competenze, legittimato dal legislatore, che abbia le competenze per capire se sia su quel progetto necessario, fondato a livello scientifico e in alcuni casi se non vi siano metodi ulteriori attraverso i quali raggiungere un determinato obiettivo. Quindi questo è un esempio che in un mondo ideale il legislatore italiano potrebbe pensare di adottare e è un modello che non lascia la scienza da sola e libera di decidere, ma inquadra l’attivita’ in un ambito e in un sistema di principi e di limiti che prima di tutto sono conosciuti e certi per chi fa ricerca, perchè questa è una condizione preliminare forse ancora prima della liberta’ stessa di ricerca scientifica, perchè da noi stiamo ancora a chiederci se sia ammissibile fare ricerca o meno con le cellule importate. In altri paesi invece c’è una disciplina legislativa che ci dice qual è il quadro entro cui la ricerca puo’ essere effettuata.
L’ultima cosa alla evidence based law. Le sentenze della corte costituzionale in materia di procreazione assistita e eterologa, ma anche si è trattato in materia di ogm, da quelle sentenze emerge molto questo principio, cioè la corte costituzionale sta dicendo ripetutamente e lo dice sanzionando il legislatore, il limite di embrioni trasferibili o riproducibili, sta dicendo che il legislatore le scelte le puo’ fare ma attraverso metodi e con modalita’ che tengano conto di dati scientifici, evidenze, sulla quale le scelte politiche devono essere fondate. La corte costituzionale dice: non è in prima battuta il legislatore che deve dire se un trattamento sanitario sia adeguato o meno, quello è un compito che spetta ad altro. Il legislatore puo’ intervenire quando si tratta di tutelare dei diritti, e lo puo’ fare sui risultati e sulle acquisizioni scientifiche messe a disposizione dalla comunita’ scientifica.
Qui la cosa interessante dal punto di vista giurisprudenziale è che si sta passando dall’enunciazione simbolica di un principio che sembrerebbe quasi scontato alla sanzione di tutte quelle scelte, soprattutto in materia di procreazione medicalmente assistita che non rispettano questo criterio.
Io direi che mi fermerei qui

L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.