Intervento di Michele Minieri nella commissione ricerca scientifica dell’XI Congresso Coscioni (prima giornata)

Devo parlare di quello che mi occupo principalmente, l’agricoltura ne passato mi sono occupato di filosofia.

Significa che c’e’ una coniugazione tra l’aspetto, come dire, descrittivo di un fenomeno che e’ la produzione del cibo, con i presupposti, come dire, che hanno a che vedere poi con un quadro di possibilita’ che ha delle particolari esigenze, secondo me nasce da un fattore fondamentale il modello chimico di produzione alimentare e’ saltato.

Partiamo degli ogm, e’ una questione di liberta’ pero’ intorno a questo problema ci sono tantissime altre questioni che vanno a parare verso il fatto dell’alimentazione, del problema del cibo.

Consideriamo che in poche parole il problema del cibo e’ stato superato probabilmente 50 anni fa, quindi abbiamo molti anni di conformazione mentale che erano caratterizzati dalla difficolta’ diffusa dell’alimentazione.

Qual e’ stato l’elemento scatenante che ha fatto si’ che i frigoriferi fossero pieni, il fatto che uno apre il frigorifero e trova il latte, il burro, la torta, cibo congelato e tutto il resto e’ un fatto che avra’ un 50 anni e nasce da un fisico tedesco, ebreo tedesco che a un certo punto capi’ che innestando, dal petrolio, gli stabilimenti militari sono diventati stabilimenti per produrre azoto, una sorta di commistione tra la dismissione bellica e l’abbondanza alimentare.

A un certo questo che ha combinato? Ha messo in evidenza, credo che gia’ 15-20 anni fa, l’esaurimento di questo modello, non possiamo all’infinito considerare la terra come un pretesto per produrre perche’ a un certo momento l’uso chimico sia da un punto di vista che ha a che fare con gli insetti, le aggressioni sterne, sia da un punto di vista di penuria di alimentazione della pianta per crescere, in poche parole, anche l’acqua, c’e’ un combinato, poi questo si traduce anche in noi stessi, cioe’ praticamente l’alimentazione.

Mi ricordo negli anni 70 c’erano le bustine di idrolitina, l’idea che con le pasticche potevamo emanciparci dal cibo, sul modello astronauta.

A questo punto…a un certo punto e’ evidente che la terra in quanto terra non puo’ essere il pretesto dell’uso chimico per riempire questi frigoriferi, e poi naturalmente avere un effetto anche indubbiamente collaterale a livello salutistico.

Non e’ che possiamo mangiare qualcosa dove c’e’ l’cocrrenza petrolifera, questa cosa non e’ possibile non piu’ considerarla come un fatto fondamentale per l’occidente.

Naturalmente qual e’ il dramma? Si e’ immediatamente pensato all’ogm.

Ci sono varieta di semi, storici, in campania ce ne saranno migliaia, il cavolo greco che era un cavolo tra i piu’ interessanti a livello salutistico, che cresceva nel vesuvio lo hanno riprodotto gli olandesi, lo chiamano in maniera diversa ma e’ quello, ci vogliono 5 mila euro solo di semi.

Il problema e’ l’occorrenza di piu’ interessi, di piu’ punti di vista per arrivare a, come dire, fare si’ che non ci sia un partito, in questo modo non si trascina l’ortodossia purista che e’ pericolosa per mettere dei modelli che considerano vari aspetti e soprattutto quello di un patrimonio sementiero che proprio per il fatto storico che si e’ formato in due-tre mila anni, l’esempio del mais era importante, ma non e’ solo quello.

Ci sono dei grani, faccio un altro esempio, il grano iperselezionato e chiudo il mio intervento, praticamente ha generato e penso che sia scientifico questo dato, il fatto che ci sia molta variazione in maniera repentina, praticamente la manomissione forzata, un grano 30 anni fa era alto almeno parlando solo dell’altezza per la trebbiatura poteva essere alto 40 centimetri, 50, adesso normalmente solo lo stelo mediamente e’ alto 20 centimetri per non rischiare l’abbattimento, i temporali, il fatto che non si rendesse piu’ raccoglibile.

Un ettaro di grano manomesso praticamente e ibridato puo’ produrre pero’ sempre con l’occorrenza della chimica sia sotto che sopra, e’ coessenziale un tot di azoto nitrico e tutto il resto.

A un certo momento si e’ visto che mi pare che c’e’ un’allergia.

I punti di vista devono sempre avere una sorta di equilibrio e confronto estremo per assumere delle posizioni.

Mi mantengo sempre in qualche modo un po’ in un ambito piu’ o meno scettico e comunque di estrema riflessione prima di assumere una posizione.