Io a questo punto non so piu’ di cosa parlare e saro’ brevissimo. Parlero’ al massimo due o tre minuti. Il primo problema e’ stato esemplificato proprio dagli ogm. Se avessimo parlato della ricerca sugli animali sarebbe stata la stessa cosa. E se avessimo parlato della ricerca sulle staminali in un contesto diverso dal nostro, sarebbe stata ancora la stessa cosa.
Il problema fondamentale per cui quello da cui siamo partiti: come mai ci sono cosi’ pochi ricercatori dentro l’associazione coscioni? Io credo di essere stato insieme a elena cattaneo e giorgio strada uno dei primi che ha aderito e il mio tentativo di fare proselitismo ha cozzato in parte nel mio specifico settore che sono le cellule staminali perche’ ne’ michele ne’ io lavoriamo su quelle embrionali dall’associare l’associazione coscioni con la difesa della ricerca sulle staminali, quindi una situazione che chi espone, faccio un esempio, quando sono arrivato in lombardia nel 2000 ho fatto una richiesta di finanziamento alla associazione cariplo, nel 2002, mi pare, e sono stato finanziato. L’anno dopo hanno capito che ero lo stesso cossu dell’associazione coscioni e da quel momento non sono piu’ stato finanziato. Ora puo’ essere che io mi sia rimbecillito pero’ c’e’ effettivamente un clima per cui i ricercatori tendono a non esporsi su argomenti sensibili, anche quando poi questi argomenti compromettono la loro possibilita’ di lavorare.
Quindi l’unica cosa che possiamo fare e che abbiamo appena fallito miserevolmente di fare e’ di cercare di portare il discorso su cui sia io ho corrisposto con un animalista che aveva cominciato a insultarmi fino ad avere un dialogo civile con 4 o 5 mail. Arrivato al punto in cui l’altra persona non ha piu’ avuto argomenti, la conversazione per mail si e’ interrotta. La cosa che possiamo fare e’ cercare di reclutare le persone piu’ sensibili. Se noi da 10-15 ricercatori che siamo nell’associazione coscioni o almeno che sono attivi diventassimo 50, sarebbe gia’ un grosso successo. Il secondo punto che volevo fare e’ che, diceva michele, dovremmo cercare io da tre anni non vivo e non lavoro piu’ in italia e questi problemi in inghilterra non esistono, perche’ li’ proprio il problema delle cellule staminali embrionali, esiste il problema della ricerca animale, quello e’ un problema diffuso. Per cui si scontra con un aspetto emotivo molto importante su cui e’ veramente difficile incidere razionalmente. Pero’ gli ogm e le cellule staminali embrionali non sono nemmeno un problema.
Quindi io quello che vedo e’ una difficolta’ a coinvolgere i nostri colleghi nelle universita’, negli istituti e questo e’ importante, perche’, di nuovo, in inghilterra i ricercatori sono una lobby, hanno potere, sono in grado di influenzare le scelte e sono ascoltati. Noi non contiamo niente come ricercatori e solo grazie alla associazione coscioni che e’ un soggetto politico in qualche modo dei passi in avanti sono stati fatti, certo nel campo della ricerca meno di quanti ne siano stati fatti in altri. Poi si puo’ parlare appunto di tanti altri problemi che ci sono di fronte. Pero’ finche’ a parlarne siamo in 4 o 5, non credo che andremo molto avanti.
Io vedo questo come il principale ostacolo a un impatto maggiore che l’associazione.. Per esempio c’e’ il meeting della federazione italiana della scienza della vita che raccoglie molte realta’ scientifiche. Quando ero nel direttivo dell’universita’ ho cercato di organizzare una riunione serale per discutere dell’associazione coscioni. Ma ho trovato un muro di gomma. E dopo un paio di tentativi ho lasciato perdere.
Questa e’ una cosa di cui bisogna prendere atto, fare il possibile. Non entrerei in temi scientifici come quello della sperimentazione clinica, perche’ mi sembra che a questo punto ci sono problemi che dobbiamo ancora affrontare, ma e’ l’unico tipo di innoraggiamento che tenderei a farlo, di farlo porta a porta ovunque possibile.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.