Eddo rugini:
perche’ pochi ricercatori tra gli iscritti? Questa e’ una bella domanda, nonostante gli iscritti che danno il 5 per mille tanto per dire, perche’ per quanto riguarda gli ogm io credo che ci sia molta paura a esporsi, molti colleghi non vogliono esporsi, perche’ ogm e’ una parola che non si deve pronunciare, si accenna ma non si pronuncia chiaramente. Questo si vede da parte dei politici che cercano di pronunciarla il meno possibile. Soprattutto credo che sia questa, paura, e poi paura anche di perdere finanziamenti in altre fonti, perche’ molti non credono nella ricerca negli ogm? No, ci credono tutti quanti, pero’ dove ci sono i finanziamenti questi si dividono e quindi ovviamente cercano di sfruttare lo sfruttabile in quel momento. Questa e’ una cosa molto grave, ne ha parlato anche adesso il ministro della pubblica istruzione della ricerca. Dice: questo frazionamento, non vuole frazionamento, ma di fatto oggi c’e’, la ricerca esiste, quindi non siamo preparati a fare della buona ricerca, a parte le poche eccellenze che ci sono ma in genere non c’e’ questa organizzazione. Siamo oberati di lavoro, e alla fine della giornata diciamo: che ricerca ho fatto oggi? Quasi nulla, perche’ non ci sono tecnici ben preparati, i giovani, i borsisti o i dottorandi lavorano per un certo periodo di tempo poi si fa un fuoco di paglia poi non c’e’ piu’ continuita’. E quindi si va alla ricerca spasmodica di finanziamenti e non ci si concentra tutti insieme. Questa e’ la risposta, probabilmente credo sia questa, questa e’ una delle tante risposte, pero’ dobbiamo fare breccia, dobbiamo soprattutto fare attraverso convegni, i giornali e quindi scrivere molto sui giornali per sensibilizzare un po’ tutti, soprattutto sugli ogm, non soltanto giornalisti. Perche’ la gente non crede oggi negli ogm perche’ non conosce. Non essendoci conoscenza, passa tutto inosservato.
Non ho risposte a queste qui.
Gallo: le risposte purtroppo, almeno quello che stiamo cercando di fare per creare conoscenza, e’ un lavoro che stiamo facendo ormai da quanti anni? Creare conoscenza utilizzando quei pochi mezzi che abbiamo per arrivare nel rispetto della liberta’ di ricerca scientifica e utilizzare il metodo per la liberta’ di ricerca scientifica per la conoscenza.
Rugini: cioe’ non si vuole la coltivazione perche’? Perche’ si pensa ancora che faccia male, perche’ ovviamente ci sono delle posizioni. Ma confondendo ricerca con coltivazioni si danneggia la ricerca e non si fa piu’ ricerca. Questa e’ la cosa piu’ grave. Perche’ la ricerca che porta poi agli ogm serve per altre finalita’, non soltanto per costituire gli ogm e noi dobbiamo fare capire alla gente questo, soprattutto ai nostri politici.
Gallo: dopo la distruzione delle piante ogm presso la tua universita’, ad oggi, che cosa sta succedendo?
Rugini: non sta succedendo, perche’ non c’e’ stata solidarieta’ da parte dei colleghi, perche’ molti colleghi vanno alla ricerca di altri finanziamenti concorrenziali con quelli degli ogm e quindi per acchiappare quattro soldi per fare quella loro ricerca non si pronunciano, perche’ se si pronunciano pensano di danneggiare loro stessi. I progetti che si scrivono sugli ogm anzi non si scrivono piu’ per paura che il progetto non venga finanziato, perche’ cosi’ e’ purtroppo. Poi i nostri politici ci dicono: no, la ricerca si poteva fare. Non e’ vero assolutamente. La ricerca non si fa, ne’ ricerca di laboratorio, ne’ ricerca di campo, ricerca di laboratorio si fa pochissima e con molta paura. Ricerca in serra non se ne fa perche’ ci vogliono delle serre ad hoc, della serie che costano moltissimo, solamente pochissime istituzioni se le possono permettere, serve contenimento, servono dei filtri, molto complesso, non abbiamo finanziamenti. La ricerca di campo quindi non si fa piu’ nulla.
Gallo: noi abbiamo letto penso tutti il foglio a tua firma. C’e’ stato un seguito?
Rugini: il caro renzi non da’ una cifra, il ministro ci deve spiegare perche’ si parla tanto di innovazione, di liberta’ di ricerca, di scienza, poi di fatto mettiamo come madrina dell’expo una persona come wanda nasciva che e’ tutt’altro che progressista. Non si capisce. E la risposta del ministro martina al giornale in seguito a quell’articolo a me sembra di uno studente che non abbia capito la domanda. Cioe’ si cerca di arrampicare sugli specchi dicendo: si’, ma nell’expo, nell’ottobre del 2015, ci sara’ dibattiti sugli ogm. Non e’ vero, alla fine insomma, perche’ dibattiti non ce ne saranno probabilmente. E poi non e’ vero che l’italia non fa nulla per la ricerca sugli ogm. Abbiamo sequenziato il pesco, il melo e cosi’ via. Si’, e’ vero, oggi conosciamo la lista dei geni che ci sono ma non conosciamo le loro funzioni. Quindi la tecnologia del dna era anche un metodo molto valido per conoscere la funzione dei geni e questo rallenta non solo l’emigramento genetico delle varieta’ con i metodi moderni ma rallenta anche quello classico e tradizionale, perche’ non conoscendo i geni andare avanti a incroci e prega per tirare fuori qualcosa di buono. Questo credo che sia molto grave. E soprattutto noi, gli agricoltori e non dico le loro associazioni, ma gli agricoltori devono capire che le varieta’ che coltivano sono varieta’ che hanno tutti nomi stranieri, tutti nomi che derivano dall’estero e sono selezionati all’estero, in ambienti diversi che portati in italia spesso mal si adattano, perche’ noi non abbiamo piu’ la possibilita’ di fare miglioramento genetico ne’ con i metodi moderni ne’ con quello tradizionale, perche’ e’ stato detto che i finanziamenti per questo tipo di lavoro non ce ne sono in agricoltura. Quindi noi secondo me dobbiamo ribellarci e alzare la testa e soprattutto fare alzare la testa ai nostri ricercatori, tutti noi. Ma questo, ripeto, e’ molto difficile. Lo vedo presso la nostra universita’. Piu’ sollecito e piu’ stanno zitti. Non capisco perche’. Quindi la domanda di de luca e’ questa.
Gallo: intanto c’e’ una domanda, ma siamo senza microfono.
– ho notato che ci sono 3-4 temi che ricorrono, qui si parla del perche’ non si fa ricerca scientifica, del perche’ si dovrebbero usare gli ogm, di una ricerca sugli ogm che e’ complicata che la possono fare laboratori altamente specializzati. Non so con quali intenti si fa, la pianta migliore? Quali sono gli obiettivi degli ogm?
Rugini: produrre piante anzitutto che si adattano a quell’ambiente capaci di difendersi da soli e con proprieta’ migliori laddove queste manchino. Non e’ che, ma ce ne abbiamo tante, abbiamo una grandissima, abbiamo tantissimo germoplasma, anche in italia, stiamo facendo un museo, una collezione che non serve per il miglioramento genetico perche’ non abbiamo finanziamenti per farlo, perche’ non ci da’ la possibilita’ di fare incroci e di sperimentare. Uno. Poi certo tipo di miglioramento genetico soprattutto non guardi il mais, il pomodoro che si fa in un anno, guardiamo soprattutto le piante arboree da frutto che hanno tutti nomi stranieri perche’ vengono migliorate all’estero, ci vogliono anni, decine di anni per arrivare a un prodotto migliorato. Le biotecnologie in questo caso questa degli ogm ti permette di accelerare i tempi, prendere la qualita’ migliore che hai trovato nel germoplasma di correggere il difetto e renderlo resistente alle malattie, quello che e’ stato fatto per il melo, lei probabilmente non sa che la bella mela che mangiamo ogni giorno quella ha subito in un’annata come questa umida 25-30 trattamenti con i pesticidi.
– non c’e’ il metodo per andare a produrre, prendere le pianti tradizionali che abbiamo a centinaia di migliaia e che sono state sostituite per motivi commerciali da allevatori che tendono a produrre le mele con trattamenti.
Rugini: ce ne sono…
Le piante resistenti, ce ne sono ma non sono commerciabili perche’ sono piccole, brutte, improduttive, incostanti, queste qui vanno eventualmente migliorate, ma per fare questo miglioramento e trasferire certi geni di resistenza a delle varieta’ che producono della frutta migliore che dia anche un reddito, perche’ gli agricoltori, qui ce n’e’ uno, ha bisogno anche di reddito, ci vogliono anni. Questi miglioramenti delle piante che abbiamo oggi, quelle che producono le varieta’ buone sono venute o casualmente cosi’ con la variabilita’ genetica, con le mutazioni, oppure sono frutto di miglioramento genetico che e’ gurato decine di anni.
– non difendiamo la natura perche’ noi facciamo un discorso per un aumento delle nostre necessita’ in favore di un disquilibrio. Se tutte queste diversita’ non recuperano una coscienza sociale che e’ qulu che in parole povere e’ la difesa del piu’ debole, in questo momento il piu’ debole e’ il pianeta terra e tutto il casino che avviene e’ un tempo che ci esclude da questi interventi particolari bellissimi, sono d’accordo, il tentativo, la verifica, la ricerca e il risultato, ma il risultato deve essere sempre condizionato da un equilibrio, parlo qui da avvocato, come filosofo della scienza in cui tutto un equilibrio diventa una armonia che prescinde un pochino da noi. Ognuno di noi parla in funzione di quello che vuole.
Questo e’ il punto finale di una crisi globale.

L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.