Embrioni, Cappato: “Da Magris incredibile falsificazione. Proponiamo ricerca su embrioni destinati a marcire”

[inline:1]Dichiarazione di Marco Cappato, Segretario dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

La lettura dell’articolo di Claudio Magris, in prima pagina sul Corriere della Sera di oggi, lascia davvero esterrefatti. Il lettore è addirittura indotto a credere che chi propone l’utilizzo per la ricerca degli embrioni “abbandonati” lo faccia imputando all’embrione il disvalore di essere orfano, di una eventuale futura vita da orfano. Creato il (mostruoso) fantoccio polemico, Magris crede di incalzare il fronte pro-libertà di ricerca contrapponendo semmai – se proprio steminio deve essere! – la geniale proposta di un suo amico: l’estrazione a sorte degli embrioni da eliminare.

Con un allucinato paragone tra le richieste di molti scienziati e teorie che mettono in relazione numero degli aborti e tasso di criminalità, Magris realizza una falsificazione che ha dell’incredibile. Chi, come noi, propone l’utilizzo di embrioni abbandonati per la ricerca, non lo fa perché una volta nati quegli ex-embrioni sarebbero meno degni (“destinati a vita infelice”, secondo l’infelicissima espressione di Magris), ma lo fa perché quegli embrioni non nasceranno mai, cioè sono destinati a marcire nei congelatori! Non nasceranno mai perché i genitori – non gli scienziati cattivi – hanno deciso di non farli nascere (è ancora una facoltà, almeno per gli embrioni prodotti prima della legge 40…), ed è la stessa legge 40 – non gli scienziati cattivi – a proibire ad altri che i genitori naturali di farli nascere; in altri casi non nasceranno mai per impossibilità di natura biologica, al di là di qualunque volontà.

E allora, perché gli scienziati non propongono di utilizzare gli embrioni non-abbandonati? Per salvarli in base a un odioso darwinismo sociale, come sostiene Magris? Ovviamente no: nessuno propone che vengano “espropriati”, perché la donna ha tutto il diritto di decidere l’impianto nel proprio utero, e nessuno propone che tale diritto venga sequestrato. Chi chiede libertà di ricerca non chiede di violentare le libere scelte procreative, ma di evitare proibizioni ottuse ed inutili, dalle quali nemmeno una “vita” nascerà.