Dissobedienza civile a Montecitorio, fermato Matteo Mainardi

Matteo Mainardi torna a Montecitorio il giorno dopo il sequestro della sua pianta di Cannabis

L’attivista ha portato a Montecitorio la pianta di Cannabis che coltiva da 9 settimane

Mainardi si rivolge al presidente della Camera, Roberto Fico: “La politica è immobile su una normativa che piace alle mafie, svuota le casse dello Stato, riempie le carceri e minaccia la salute degli italiani

Questa mattina fuori da Piazza Montecitorio la Polizia di Stato del Commissariato di Via Campo Marzio è intervenuta nel corso della manifestazione “Io Coltivo”. Matteo Mainardi, attivista, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore della raccolta firme sulla legge popolare Legalizziamo! è stato fermato per aver portato in piazza, con un’azione di disobbedienza civile,  una pianta di Cannabis che sta coltivando da 9 settimane per richiamare l’attenzione della politica sulla proposta di legge Legalizziamo depositata 4 anni fa e mai discussa in Parlamento.

“Dopo due ore di fermo sono stato rilasciato con un verbale in cui mi vengono contestate le violazioni dell’articolo 73 e dell’articolo 650 del codice penale” dichiara Matteo Mainardi.

“Davanti a una politica immobile, saranno ancora i Tribunali a doversi fare carico della modifica di una normativa che finora ha portato solamente a più insicurezza per i cittadini, maggiore pericolosità delle sostanze in circolo e carenza di fondi e tempo per le forze dell’ordine, nonché garanzia alle narcomafie di continuare indisturbate la loro attività.

Chiedo al Presidente della Camera Roberto Fico di farsi custode della disobbedienza civile che ora inizia, mobilitandosi fin da subito per far ripartire il dibattito alla Camera dei Deputati sulla proposta di legge depositata da 67mila cittadini italiani e per troppo tempo rimasta nei cassetti delle Commissioni Giustizia e Affari Sociali”.

“A Matteo Mainardi, fermato stamani a pochi minuti dall’inizio della manifestazione #ioColtivo promossa da Meglio Legale, l’Associazione Luca Coscioni, Radicali italiani e decine di altri gruppi, è stata sequestrata una pianta coltiva a casa e contestate due azione penalmente rilevanti, la violazione dell’articolo 73 del d.P.R. 309/1990 che “persegue le condotte di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope punibili con carcere da sei a 20 anni, e della multa, da 26.000 a 260.000 Euro e la violazione dell’articolo 650 del codice penale per cui “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 206”.

In attesa che le autorità analizzino di che pianta si tratti apprezzando anche le circostanze della coltivazione, documentata da Mainardi sui canali social anche dell’Associazione Luca Coscioni, ci appelliamo al principio di ragionevolezza e proporzionalità di chi avrà sulle proprie scrivanie questo verbale. Nel frattempo l’Associazione Luca Coscioni avvierà, anche insieme agli altri promotori della manifestazione del 25 giugno, tutte le azioni di assistenze legale a Matteo Mainardi e alle altre persone a cui sono state sequestrate le piante per continuare a denunciare come non vi siano motivi razionali o fattuali che possano far ritenere certi tipi di condotte un pericolo per la salute e l’ordine pubblico e di come i tempi siano più che maturi per sollevare le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria da queste inutili perdite di tempo e spreco di risorse.

Nel corso della manifestazione, organizzata la vigilia della Giornata Mondiale contro il Narcotraffico, veniva anche presentato l’XI Libro Bianco sulle Droghe, documento  che descrive come i costi del proibizionismo siano da quantificare in mancate entrate per lo Stato in virtù della gestione del settore da parte della criminalità organizzata – che includendo l’indotto potrebbero sfiorare i 18-20 miliardi, ma anche con le risorse umane ed economiche relative all’amministrazione della giustizia – i tribunali sono ingolfati da cause di minima importanza e oltre il 36% dei detenuti, molti dei quali con problemi di dipendenza, è in carcere per reati connessi alle droghe.

Il 26 giugno, dalle ore 15, si terrà un webinar online di presentazione del Libro bianco sulle Droghe con iscrizione obbligatoria ma gratuita a questo indirizzo:

https://register.gotowebinar.com/register/6062862554304999947

Il Libro Bianco, disponibile in versione cartacea in tutte le librerie e i rivenditori on line, sarà consultabile sul sito di Fuoriluogo, www.fuoriluogo.it/librobianco.