Livia Turco, analizzando su “L’Unità” con toni encomiastici il recente discorso del cardinale Bagnasco, chiede di essere rassicurata sul fatto che la critica all’individualismo e al radicalisno “costituisce una critica…. al relativismo etico che nell’ultimo ventennio è stata propinata dal berlusconismo” e non contiene invece anche un “non detto” “secondo cui radicalismo e individualismo sono storicamente e ontologicamente identificabili con la sinistra”.
In sintesi – sembra ammiccare la Turco – se Bagnasco non ce l’ha anche con noi, si può lavorare insieme per “aggiornare la cultura dei diritti collegandola alla responsabilità e alla valorizzazione dei legami umani” (una frase del peggiore stile moroteo).
Ricordo sinteticamente, anche se non in preciso ordine cronologico – a Livia Turco il contributo dato negli ultimi 20 anni (Ruini diventa capo dei vescovi nel 1991) dal duo Ruini-Bagnasco e dai loro superiori Wojtyla e Ratzinger alla “cultura dei diritti”:
Gli innumerevoli interventi per demonizzare la legge sull’aborto ed i tentativi di sabotarla, in particolare incentivando l’obiezione di coscienza dei ginecologi;
La guerra contro ogni tipo di contraccettivi, con minacce ai medici che li prescrivono ed ai farmacisti che li vendono;
Il sabotaggio di Ruini al referendum abrogativo della pessima legge 40 sulla fecondazione assistita;
La battaglia contro il riconoscimento delle unioni di fatto, specie se gay;
L’azione per rendere inutile e incostituzionale la legge sul testamento biologico, intrapresa non prima di aver definito “boia” Beppino Englaro e negato a Piergiorgio Welby i funerali religiosi, concessi negli stessi giorni (con contorno di vescovi e cardinali) al macellaio Pinochet;
La scelta omofobica compiuta, tra l’altro, rifiutandosi di sostenere l’azione della Francia per la “depenalizzazione universale dell’omosessualità” (pur sapendo bene, il Vaticano, che molti paesi puniscono l’omosessualità con la morte);
La scelta compiuta rifiutando di firmare la convenzione ONU contro le discriminazioni verso i disabili: una scelta vergognosa con una motivazione maniacale (il documento parla di “salute riproduttiva” e non contiene un divieto esplicito nei confronti dell’aborto).
Se avessi lo spazio, potrei proseguire a lungo, ma l’elenco mi pare abbastanza impressionante da indurre a molta prudenza prima di esultare per un discorso che Bagnasco, ritengo, si è sentito tenuto a fare (ma senza mai nominare Berlusconi e i suoi puttanieri) perché forse ha capito che il troppo stroppia e che il Vaticano, continuando a far finta di niente in cambio di 4 miliardi di euro di favori, rischiava di trovarsi con le casse piene ma con le chiese vuote.
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