Dichiarazione dei co-Presidenti dell’Associazione Coscioni, Piergiorgio Strata, Gilberto Corbellini, Maria Antonietta Coscioni, Piero Welby
[inline:1]Roma, 31 maggio 2006
La decisione del Ministro Mussi di sfilare l’Italia dal fronte dei Paesi che si oppongono alla finanziabilità della ricerca sulle staminali embrionali non è soltanto una ottima notizia per il mondo della ricerca europea. Si tratta anche di una decisione ineccepibile da un punto di vista formale. Infatti:
– i progetti di ricerca che utilizzano le cellule staminali embrionali sono già finanziati dall’Unione europea (ce ne sono attualmente 8 finanziati, più altri in via di finanziamento);
– non è vero che tale ricerca è vietata in Italia; nel nostro Paese è vietato dalla legge 40 estrarre le linee cellulari dagli embrioni, ma non è vietata la ricerca su linee cellulari importate dall’estero;
– non essendo in alcun modo violata la legge 40, né autorizzato in sede europea qualcosa di contraddittorio con la legge 40, non ha alcun senso invocare il rispetto di quella legge; ancora meno senso ha il richiamo, fatto da autorevolissime fonti del blocco proibizionista, al rispetto dell’esito referendario: come tutti sanno, infatti, il referendum, non avendo raggiunto il quorum, è semplicemente nullo.
Come associazione Coscioni, ci auguriamo, naturalmente, che anche la legge 40 possa essere presto riformata, sia per autorizzare l’estrazione di linee cellulari di origine embrionaria (ottenute da embrioni sovrannumerari o attraverso la tecnica della cosiddetta “clonazione terapeutica”) sia per eliminare le irragionevoli proibizioni e restrizioni al ricorso alla fecondazione assistita. Ma questa è altra cosa rispetto alla benvenuta decisione del Ministro Mussi.