“I Comuni non fermino le trascrizioni dei certificati di nascita dei figli di coppie dello stesso sesso”

Filomena Gallo e Marco Cappato si rivolgono a Beppe Sala e ai sindaci dei Comuni italiani: “La circolare del Ministero non è vincolante”

“La circolare trasmessa a tutti i sindaci italiani dal Ministero dell’Interno  per bloccare la trascrizione dei certificati di nascita dei figli di coppie dello stesso sesso è un atto giuridicamente non vincolante. Per questo chiediamo al Sindaco di Milano Giuseppe Sala e a tutti i sindaci d’Italia di non fermare queste procedure: i Comuni sono tenuti a trascrivere integralmente i certificati di nascita emessi dalle autorità straniere. Non farlo significa violare i diritti dei minori e discriminare i genitori in base al loro orientamento sessuale”, hanno dichiarato Marco Cappato e l’avvocata Filomena Gallo, tesoriere e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni.

“A dimostrarlo sono anche le recenti decisioni che abbiamo ottenuto in due tribunali pugliesi: in entrambi i casi i giudici hanno affermato che il riconoscimento dello stato giuridico dei nati da gravidanza per altri all’estero è un diritto inviolabile. Un diritto che deve essere riconosciuto senza discriminazioni rispetto al sesso dei genitori. Queste importanti sentenze ricalcano a pieno la linea della proposta di regolamento europeo, ovvero il pieno riconoscimento della genitorialità e, dunque, del rapporto di filiazione in situazioni transfrontaliere in modo unitario tra gli Stati. Proposta su cui il Parlamento italiano ha invece espresso parere negativo” hanno, quindi, proseguito.

“La circolare del Ministero dell’Interno non è vincolante per tre motivi”, specifica l’avvocata Filomena Gallo. “Innanzitutto perché non tiene conto che, secondo il codice civile, gli atti di stato civile devono rispecchiare la cosiddetta ‘disciplina sostanziale degli status’: in questo caso l’atto di nascita deve rispecchiare il possesso dello status di figlio. In secondo luogo, un Decreto del Presidente della Repubblica (396/2000) stabilisce che le dichiarazioni di nascita di cittadini nati all’estero debbano essere fatte secondo la legge del luogo, e quindi debbano essere trascritte come vengono prodotte dalle competenti Autorità. Infine, il Massimario dell’Ufficiale di Stato Civile stabilisce che Non compete all’ufficiale di stato civile entrare nel merito dello status del neonato ed esprimere valutazioni contrastanti con quanto risulta nella documentazione presentata“.

La Corte costituzionale con due sentenze nel 2021 ha invitato il Parlamento a emanare una legge che garantisca i rapporti di filiazione anche nel caso di coppie dello stesso sesso. In attesa di quella legge, data la presenza nel nostro ordinamento di strumenti che consentono la trascrizione dei certificati di nascita emanati dall’Autorità straniera nel rispetto delle leggi dello Stato in cui è nato il bambino, non possono esserci comportamenti diversi tra le amministrazioni locali solo in base al colore politico di chi governa, perché così facendo ne risentirebbero solo i bambini che hanno invece bisogno di garanzie e tutele che non sono garantite in altro modo.