Si immagini di entrare in una sala riunioni e trovare seduti intorno al tavolo con le bandierine dei paesi a segnare il posto e le targhe con i nomi mutuamente impronunciabili, i rappresentanti delle principali agenzie scientifiche nazionali di Autorità Nazionale Palestinese e Israele, Cipro, Egitto, Iran, Giordania, Pakistan e Turchia. Seduti tutti insieme a progettare il futuro anziché rivendicare supremazie e confini. Parrebbe un sogno o un progetto per un domani non molto vicino, invece appartiene al passato. Un passato che ha inizio quasi trenta anni fa.
Mentre la prima e la seconda Intifada incendiavano il medio oriente, mentre il terrorismo diveniva un fenomeno globale, mentre l’11 settembre ci faceva sentire insicuri persino nelle nostre case, mentre le guerre in Afganistan e in Iraq mettevano in ginocchio popolazioni già sofferenti, mentre la nostra libertà e la nostra privacy venivano sacrificate sull’altare della sicurezza, un’intesa intergovernativa, che coinvolgeva i paesi di cui si è detto sopra, gettava le basi per quello che sarebbe diventato il progetto SESAME (acronimo di Synchrotron-light for Experimental Science and Application in the Middle East).
Nonostante i laboratori nati dal progetto abbiano sede nei pressi di Amman, in Giordania, è stato il prof. Giorgio Paolucci, romano del Gianicolo, il primo direttore scientifico, al momento in carica per il secondo mandato consecutivo. Poco più di due anni fa, il 12 gennaio 2017, un fascio di particelle circolò per la prima volta nel primo sincrotrone con sede in medioriente. Nulla di nuovo! In tutto il mondo vengono iniettate particelle in percorsi circolari (anelli). La presenza di un campo elettrico variabile garantirà l’accelerazione delle particelle, la presenza di un campo magnetico variabile ne garantirà la curvatura: l’effetto sarà quello di far muovere le particelle ma anche di mantenerle confinate nell’anello per permettere le collisioni e vedere cosa succede quando e dopo che le particelle collidono. Le velocità coinvolte sono impressionanti: prossime a quelle della luce. Giusto per avere un termine di paragone è come se la luce, qualora viaggiasse su una linea curva, facesse sette volte e mezzo il giro della terra in un secondo!
Non è questa, quindi, la cifra principale del centro di Amman. Senza voler realizzare parallelismi che quando si ha a che fare con fatti umani risultano spesso forzati, SESAME è un nuovo piccolo CERN. Ora come allora, la ricerca scientifica non è il fine del percorso ma è lo strumento con cui si realizza, senza pretesti, il progresso e la pace. Per il CERN sulle ceneri della seconda guerra mondiale in un Europa sguarnita di scienziati perché le leggi razziali avevano costretto un gran numero di loro ad emigrare negli Stati Uniti. Per SESAME un medioriente, per gran parte, carico di potenziale umano e intellettuale ma privo di strumenti e di buone politiche.
Proprio per questo, credo, che SESAME rappresenti, volendo citare il titolo di un articolo dell’INFN, “una nuova luce per il medioriente”. Una luce portata da una scienza che unisce negli intenti ma riconosce e rispetta le diversità.Una scienza che è l’UNICO strumento che può portare l’umanità ad essere comunità e non solo società.
P.S. Il racconto della storia di SESAME, per mano della felice penna del prof. Pietro Greco, è contenuto nel libro “Fisica per la Pace. Tra scienza e impegno civile” edizioni Carocci, che la commissione del Premio Galileo per la divulgazione scientifica presieduta dalla Senatrice Elena Cattaneo ha inserito nella cinquina dei finalisti.

Nasce a Tropea nel 1977. Consegue la Laurea in Matematica presso l’Università degli Studi di Messina e la National University of Ireland di Galway nell’ambito del progetto europeo Erasmus.
Dopo aver frequentato la scuola interuniversitaria di specializzazione per l’insegnamento secondario, inizia la carriera di insegnante nella provincia di Roma, alla quale affianca studi sul rinnovamento della didattica della matematica e della fisica, progetti di orientamento universitario rivolti a studenti di Liceo, progetti di mobilità europea per l’apprendimento e per l’insegnamento. In seguito a selezione ha partecipato a corsi di alta formazione presso il CERN di Ginevra e presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Dal settembre 2023, in seguito a concorso, entra a far parte della Diplomazia Culturale del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale in qualità di funzionario distaccato presso il Consolato Generale di Catalunya e presta servizio al Liceo “Edoardo Amaldi” di Barcellona.
Sul fronte dell’impegno politico, nel 2012 diventa attivista dell’Associazione Luca Coscioni e coordina localmente le campagne sui 12 Referendum Radicali del 2013 della PdL “EutanaSIALegale”, e della campagna “Legalizziamo!”. Prima dell’approvazione della 219/2017, sulle “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, ha avviato la raccolta firme che ha portato all’istituzione nell’aprile del 2017, presso il proprio Comune, del registro comunale dei testamenti biologici. Nel 2019 è tra i cofondatori della Cellula Coscioni di Pomezia che ha coordinato per 5 anni, durante i quali è stato promosso il ricorso storico contro il Comune di Pomezia che ha condotto alla condanna del Comune stesso per non avere mai approvato un PEBA (piano di abbattimento delle carriere architettoniche). La sentenza è stata replicata in molti altri Comuni.
Nel 2016, Il XIII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni svoltosi a Napoli lo elegge membro del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni. Ha ideato e strutturato il progetto ScolarMente come PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che ha diretto dal 2017 al 2024 coinvolgendo scuole di tutta Italia e anche due delle scuole Italiane all’estero (Addis Abeba e Barcellona). Nel 2021 è stato coordinatore regionale per la Calabria del Referendum Eutanasia Legale.