Se l’obiettivo era quello di spaventare le persone e di frenare una ricerca scientifica seria in contesti democratici, allora la notizia della modificazione genetica applicata su embrioni che hanno generato due bambini in Cina ha centrato pienamente il risultato.
Come Associazione Luca Coscioni non possiamo non notare come siano proprio questo tipo di ricerche e questa tipologia di “ricercatori” (che per fortuna sono casi isolati), questa tipologia di “comunicazione”, a ostacolare anziché favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie, influenzando negativamente l’opinione pubblica, stimolando “moratorie” inefficaci da parte di ricercatori seri e, soprattutto, facendo felici gli oppositori, nel caso specifico del gene editing.
Le domande che ci permettiamo di porre ai “ricercatori” cinesi sono le seguenti:
- Dov’è il lavoro scientifico? I ricercatori seri prima pubblicano (e quindi cercano di validare i loro dati) e POI parlano. I ricercatori fanno così. I ciarlatani NON fanno così. Addirittura i ricercatori spesso pubblicano i dati pre-clinici PRIMA di fare la applicazione clinica o la sperimentazione.
- Dov’è la sperimentazione clinica approvata da enti regolatori?
- He Jiankui ha detto di aver alterato i geni di due gemelle per non contrarre l’HIV, andando ad inattivare il gene CCR5 che codifica per il recettore al quale si lega il virus HIV. Questo è stato fatto perché il padre delle gemelle è sieropositivo (anche se la carica virale è praticamente non individuabile) e invece la mamma è assolutamente sana. Bene: i bambini, nati naturalmente da questa coppia, sarebbero stati assolutamente sani anche SENZA alcuna modificazione del genoma dei blastomeri! Quindi nessuna malattia è stata curata, ma è solo un tentativo irresponsabile di creare esseri umani “migliori” perché in teoria non infettabili da HIV. Utilizzare una tecnica ancora in fase sperimentale per modificare il genoma di due bambine non malate è totalmente al di fuori da ogni rigore scientifico e anche etico.
- Esaminando le blastocisti e potendo decidere cosa impiantare, He Jiankui ha scelto un embrione dove entrambi gli alleli del gene CCR5 sono stati modificati e un secondo embrione eterozigote, quindi potenzialmente ancora suscettibile alla malattia.
- Dove sono i test di sicurezza sugli off-targets che dimostrino che non sia stato arrecato alle bambine un danno ben peggiore dell’ipotetico “miglioramento”?
Senza dare risposte convincenti a queste domande, si incentiva il blocco della ricerca nei Paesi democratici, per la paura che una tecnologia così potente come quella dell’editing genico possa finire nelle mani di persone senza scrupoli. Con il risultato di lasciare il campo libero a sistemi dittatoriali che non utilizzano la scienza per rafforzare il proprio potere.
La nostra posizione non è -ovviamente!- contro la ricerca sul gene editing sugli embrioni. Al contrario! La libertà di ricerca sul gene editing da parte di Paesi scientificamente seri e credibili diventa oggi ancor più necessaria.
La scienza si basa su regole ben precise e sul rigore e metodo scientifico. L’aderenza agli standard normativi che regolano le nuove terapie, come le terapie basate sull’editing genetico mediato da CRISPR/Cas9 e altre nucleasi sono vitali per consentire un uso sicuro dei medicinali modificati geneticamente. E’ necessario anche sviluppare nuovi strumenti, standard e approcci per valutare la sicurezza, l’efficacia, la qualità e le prestazioni di tutti i prodotti regolamentati e tutto ciò non dovrebbe essere frenato, ma piuttosto supportati per consentirne l’evoluzione.
Se non lo facciamo noi, i ricercatori senza scrupoli di qualsiasi Paese non regolamentato arrecheranno danni sempre più gravi alla ricerca e alla salute pubblica.
E’ dunque urgente che l’Unione europea sostenga anche economicamente la ricerca di base sul gene editing, per stabilire standard etici e di qualità che difendano da derive come quelle cinesi. Solo così si può controllare la ricerca e contestare il suo uso improprio e non sicuro, basandosi su dati scientifici seri e solidi.
FIRMA L’APPELLO INTERNAZIONALE PER IL FINANZIAMENTO EUROPEO DELL’EDITING DEL GENOMA UMANO
Marco Cappato è Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Presidente di Eumans, co-fondatore di Science for democracy, promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca, della campagna Eutanasia legale, di StopGlobalWarming.Eu. Laureato in Economia, è stato deputato europeo radicale e Consigliere comunale e metropolitano a Milano.